Ha 77 anni ed è in precarie condizioni di salute: scarcerato l'ex presidente del tribunale Boccalatte

Doveva scontare una condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Arresti domiciliari nella sua casa di Sanremo

Ha 77 anni ed è in precarie condizioni di salute: scarcerato l'ex presidente del tribunale Boccalatte
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Scarcerato

Arresti domiciliari per l'ex presidente del tribunale di Sanremo (e poi Imperia) Gianfranco Boccalatte, condannato in via definitiva nel maggio scorso a 5 anni e sei mesi per peculato e corruzione. Una pena già ridotta dalla Cassazione, rispetto ai 7 anni dell'appello. In primo grado la condanna inflitta dal tribunale di Torino era stata addirittura di 10 anni e 10 mesi. Alla fine, però, considerando l'unificazione delle varie condanne, dovrebbe scontare ancora 6 anni e 2 mesi di reclusione.

Il tribunale di Sorveglianza di Genova

ha accolto la richiesta di scarcerazione avanzata nel giugno scorso dai legali di Boccalatte: gli avvocati Roberto Ottolini (di Sanremo) e Vincenzo Lepre (del foro di Milano), che hanno fatto leva sulle precarie condizioni di salute del magistrato sanremese e dell'età avanzata. Boccalatte, infatti, ha 77 anni (ne compirà 78 i primo febbraio del 2020) ed era detenuto nella casa di reclusione di Sanremo Valle Armea.

"Da giugno ad oggi, ha perso dodici chili, andando incontro a tracollo fisico - spiega l'avvocato Roberto Ottolini -. Lo stesso perito del tribunale ha dichiarato che il protrarsi della carcerazione sarebbe stato contrario ai principi di umanità". Giovedì scorso c'è stata la seconda udienza e ieri sera è giunto il verdetto: "Boccalatte va scarcerato".

Le accuse

Le sentenze, sempre contestate dall’ex presidente del Tribunale di Imperia, attribuirono a Boccalatte la regia di un sistema illecito che attraverso incarichi e consulenze favoriva amici e sodali per trarne a sua volta beneficio economico. Tra le accuse quella di aver liquidato a un cancelliere del tribunale, Massimo Capurro, nominato custode giudiziale di un appartamento disabitato, un compenso pari a 50mila euro; di aver liquidato a un altro personaggio a lui vicino, l'avvocato Antonio De Felice, una parcella di 137mila euro in qualità di tutore di una ricca vedova affetta da schizofrenia; un inusuale intervento su una casa di un suo elettricista, Pietro Benza, finita all'asta a Vallecrosia e già assegnata a un compratore.Per questi ultimi due episodi fu però assolto e condannato in cassazione solo per quello riferito al cancelliere.

Una precedente condanna  a 3 anni e 8 mesi per corruzione e millantato credito era diventata definitiva l'anno scorso.

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