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Il nostro ultramaratoneta Michele Graglia bloccato a Los Angeles dal covid

L'ex modello di Taggia e oggi ultramaratoneta di fama mondiale racconta il suo lockdown in California

Il nostro ultramaratoneta Michele Graglia bloccato a Los Angeles dal covid
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Michele Graglia a Los Angeles

In diverse occasioni abbiamo documentato i successi sportivi di Michele Graglia, ex modello di Taggia e oggi ultramaratoneta di fama mondiale grazie ai suoi molti record. Ora, però, la sua attività è ferma a causa dell'emergenza sanitaria Covid-19 è ferma e abbiamo deciso di intervistarlo per capire come sta vivendo questo particolare momento, poiché con la moglie Lauren vive in California, negli Usa, il paese più colpito dalla pandemia.

Come hai vissuto personalmente questi primi mesi di emergenza sanitaria Cov id-19?
"Ad essere onesto, devo dire di aver patito molto il periodo iniziale di questa pandemia. A inizio anno, come sono solito fare, avevo già pianificato tutti i vari impegni, gare e spedizioni per i 12 mesi a venire. Chiaramente ogni programma è poi saltato e quindi, per ora, tutti i sogni sono stati messi nel cassetto in attesa di poter essere realizzati. Questo però mi ha permesso di rivalutare le mie priorità e tornare alle radici di questa mia grande passione, senza necessariamente farlo con obiettivi in mente, ma farlo per il puro piacere di correre"

Riesci e sei riuscito comunque ad allenarti?
"Il Covid-19 ha colpito quando insieme a mia moglie Lauren ci trovavamo a Bali tra febbraio e marzo. La libertà su quella meravigliosa isola Indonesiana certo non ci è mancata ma al rientro, forzato e immediato a fine marzo, negli Usa ci ha risvegliati ad una realtà agghiacciante. Il lockdown a Los Angeles ha avuto un peso enorme per me. In particolare essendo abituato ad uscire sempre, e a passare ore e ore all'aria aperta ogni giorno, per poi trovarmi confinato in un appartamento in città certo è stata una grande sfida. Più psicologica che altro."

Ovviamente avrai sentito spesso la tua famiglia a Taggia...
"Ho seguito passo passo le vicende e le tragedie del nostro paese tenendo un contatto diretto costante con la famiglia e gli amici più cari. Come si può ben immaginare, certo è stato difficilissimo a livello emotivo non poter essere vicino ai miei cari. In particolare in questo periodo primaverile e estivo in cui avevo programmato un rientro per diversi mesi proprio in Italia. Ora le dogane sono chiuse e quindi c'è molta incertezza sulle future possibilità. Rimango positivo e spero a presto"

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