Un flash mob con oltre cento attivisti a Ventimiglia per non chiudere il campo Roya
I manifestanti hanno esposto cartelli e striscioni e, a turno, le rappresentanze delle diverse associazioni hanno tenuto un breve discorso

Flash Mob
Oltre cento attivisti appartenenti a diversi realtà associative imperiesi hanno partecipato, in serata, a un flash mob contro la chiusura del campo Roya di Ventimiglia, che ospita migranti di diverse nazionalità diretti in Francia. L'evento, che si è svolto sul piazzale del Resentello, nella cittàdi confine, è stato organizzato da Rete Solidale Sanremo assieme ad altre sigle.
I manifestanti hanno esposto cartelli e striscioni e, a turno, le rappresentanze delle diverse associazioni hanno tenuto un breve discorso. "Restiamo umani" e "Il campo Roya è di tutti, sia cittadini che migranti", sono alcuni degli slogan mostrati durante la manifestazioni, che si è aperta sulle note di "Bella ciao", intonata dal gruppo di partecipanti.
Davide Fassola portavoce (Rete Sanremo Solidale)
"Siamo qui per dimostrare la nostra contrarietà alla chiusura del campo Roya, che in assenza di alternative è indispensabile per i migranti e per la città: per i migranti per motivi di umanità e per la città per evitare il riversamento dei migranti stessi, spesso adesso che siamo in estate e che i numeri sono destinati a crescere".
Alessio Bellini: (Sardine e Rete Sanremo Solidale)
"Oggi cerchiamo il dialogo. Vogliamo far vedere che ci siamo e che la nostra idea è fissa e decisa. Abbiamo contattato parecchie associazioni e per la prima volta, dopo tanto tempo, siamo tutti uniti e compatti, per dire sì alla solidarietà. Speriamo di essere ascoltati da tutti gli attori che possono cambiare questa situazione. Abbiamo scritto a Di Maio e, Lamorgesse e speriamo che tutti, dal prefetto a salire, ci diano veramente ascolto”.
Enzo Iorfida (Rifondazione comunista Imperia)
Ho letto sui giornali tante dichiarazioni, ma poco impegno, per tenere aperta la struttura degli immigrati extracomunitari. Qualcuno pensa probabilmente, che togliendo questa possibilità di avere un rifugio, gli immigrati non arrivino. Hanno rischiato la vita per arrivare in Italia e figuriamoci se hanno qualche problema a trovare un posto dove dormire in mezzo alla strada o al parco. E' quindi meglio avere una struttura che li accolga, li accudisca e li sappia trattare umanamente".
Sull'esercito in spiaggia a Ventimiglia: "L'esercito dovrebbe fare tutt'altra cosa, ma siccome sono diventati militari di professione dal 1996 e, quindi, non c'è più l'esercito di leva, stanno diventando dei poliziotti”.
Gianfranco Testa: (Presidente di Mia Arcigay imperia)
"Per noi è uno sbaglio chiudere e sfollare il campo Roya, sia per motivi umani: queste persone ricevono un'assistenza medica, che magari non hanno mai avuto fino all'arrivo in frontiera e qui qualcuno li controlla. Quindi, sono degli esseri umani. Mi sembra il minimo aiutare chi ha bisogno, anziché abbandonarli in mezzo a una strada e ostacolarli il più possibile. Siamo venuti a fare un controllo e a vedere. Su Facebook abbiamo pubblicato dei post con foto, in cui si vedono questi migranti costretti a dormire sotto un ponte o in stazione e a lavarsi nel fiume, non avendo alcun punto di riferimento. Cercano di mantenere un minimo di dignità e si fanno a nascondere, ma non è decoroso per nessuno”.
Maria Giulia Latini del "Gruppo 73 Liguria"
"Siamo qui per chiedere che il campo Roya non venga chiuso. Siamo per l'accoglienze e l'integrazione. Sappiamo cosa può succedere a Ventimiglia con tutte ste persone fuori dal campo. Ho seguito le notizie che arrivavano da chi frequentava il campo e da Sanremo Rete Solidale. Sull'esercito in spiaggia penso che sia una cosa disastrosa, con tutti gli arrivi che ci sono. Peggioriamo La situazione sotto tutti i punti di vista: umanitari e sanitari”.
Paolo Lizzadro (simpatizzante di Libera)
"Ci siamo tolti le scarpe come gesto simbolico, che sottolinea il concetto della conoscenza del chi è diverso da te. Prima di criticarlo, come dice un detto degli indiani nativi d'America, prova a farti per molto tempo un giro nelle sue scarpe. cerca di capire come si veste e come vive".
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