Allarme per una misteriosa chiazza al largo di Capo Nero, ma sono...meduse
Le velelle velelle "incriminate" non sono pericolose per l'uomo. Le loro tossine non riescono a penetrare la cute dell'uomo
Cittadini allarmati da una misteriosa chiazza nera al largo di Capo Nero, tra Sanremo e Ospedaletti... ma niente paura, sono meduse.
Allarme per una misteriosa chiazza, ma sono meduse (innocue)
Sono numerose le segnalazioni che hanno raggiunto la Capitaneria di Porto, a Sanremo, per una misteriosa chiazza nera nell'acqua, lunga diverse decine di metri, proprio di fronte a Capo Nero. Circomare ha inviato una motovedetta per accertarsi che non si trattasse di agenti inquinanti disciolti e, in effetti, non lo sono. Sorpresa: si tratta di meduse. Per la precisione velelle velelle, altrimenti conosciute come barchette di San Pietro o di San Giovanni.
La biologia delle "velelle velelle"
Nessun rischio per le suggestive scogliere di Capo Nero quindi. Anzi, gli spiaggiamenti di massa sono piuttosto comuni nella stagione primaverile. Sarà capitato a molti di incrociare sulla battigia i piccoli invertebrati, dalla colorazione violacea (derivata dall'azzurro, che manifestano quando sono in vita), che, in decomposizione, emanano il caratteristico odore rancido. Sono animali, come tutti gli altri cnidari (un vasto ordine che raccoglie sotto il suo ombrello 150 specie tra meduse, coralli, gorgonie e gli anemoni di mare ), carnivori. Si nutrono principalmente di plancton che catturano con le tossine ospitate nei tentacoli. Nessun timore, però: gli agenti non riescono a penetrare la cute dell'uomo e non causano alcuna reazione sulla pelle. Sostanzialmente innocue, non rappresentano un pericolo immediato anche se, a conti fatti, è sconsigliabile toccarsi gli occhi dopo averne tenuta una in mano. Le dimensioni variano dai 4 ai 6 centimetri. Sono diffuse in tutto il mondo, anche se prediligono le acque più temperate. Di solito si spostano a 1-2 centimetri dalla superficie del mare.
La segnalazione dell'Arpal
Recentemente, diffuso anche l'avviso dell'Arpal in seguito ai numerosi avvistamenti (ricordiamo, in primavera, i concentramenti e gli spiaggiamenti sono assolutamente comuni, nel Mediterraneo). Arpal si occupa del "visual census" del macrozooplancton gelatinoso, che comprende anche le velelle, nell'ambito del modulo 1 della Strategia marina. Tale monitoraggio ha cadenza bimestrale lungo 4 transetti localizzati tra 3 e 12 miglia nautiche dalla costa davanti a Vado ligure, Genova Voltri, Portofino e Punta Mesco. In caso di avvistamento, gli operatori Arpal hanno il compito di annotare coordinate, data e ora, condizioni meteo-marine, specie osservate, abbondanza, densità e tipo di aggregazione. I dati raccolti vengono quindi trasmessi al Ministero dell'Ambiente unitamente agli altri parametri rilevati.
Davide Izetta