Scuola

Professore Teodoro Panetta in pensione dopo 47 anni

Intervista al docente di Italiano, Storia e Geografia alle Medie di Roverino dell'Istituto 'Cavour' e poi, dal 2010, alle Medie di via Roma del 'Biancheri', dove negli ultimi 9 anni ha ricoperto anche il ruolo di vicepreside

Professore Teodoro Panetta in pensione dopo 47 anni
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Ultimi impegni a scuola per il prof. Teodoro Panetta che, dopo le ferie estive, dal 1° settembre sarà in pensione con ben 47 anni di insegnamento.

Professore Teodoro Panetta in pensione

Nativo di Camporosso e da oltre tre decenni residente a Ventimiglia, Panetta iniziò nel 1977 la sua carriera di docente alle elementari di Dolceacqua e della Val Nervia, proseguendola, dopo la Laurea in Pedagogia conseguita nel 1996 presso l'Università degli Studi di Genova, come docente di Italiano, Storia e Geografia alle Medie di Roverino dell'Istituto 'Cavour' e poi, dal 2010, alle Medie di via Roma del 'Biancheri', dove negli ultimi 9 anni ha ricoperto anche il ruolo di vicepreside.
Tante le manifestazioni di stima e affetto da parte della comunità scolastica del 'Biancheri', e non solo, giunte a Panetta nel corso della festa a lui dedicata per il bel traguardo raggiunto.

È certo che dall'alto del suo, quasi, mezzo secolo di insegnamento Panetta è un'autorevole voce per capire i cambiamenti nella Scuola negli ultimi decenni. Quali i più significativi?
«La Scuola -risponde Panetta- resta oggi come allora una parte decisiva della società. Sicuramente l’ingresso sistematico della tecnologia e dei suoi strumenti digitali, connessi a internet nell’ambiente scolastico, hanno rivoluzionato l'approccio alla didattica, i percorsi metodologici e gli stili di apprendimento degli studenti». E poi: «Si è passati da una scuola basata esclusivamente sulla lezione 'frontale' in cui un docente trasmetteva informazioni agli studenti, a una modalità più interattiva e partecipativa, ponendo lo studente al centro del processo di apprendimento, coinvolgendolo in modo attivo, incoraggiandolo a pensare criticamente, a lavorare in gruppo e a sviluppare l’abilità di argomentare e dibattere anche su questioni complesse».

L'autonomia scolastica. Secondo la sua esperienza, quali i punti di forza e quali quelli che potrebbero essere migliorati?
«La scuola dell'autonomia, decollata agli inizi del nuovo millennio, è una scuola che sulla carta funziona bene, ma che globalmente fa fatica ad occuparsi dei problemi reali, tiene in poco conto il disagio e le aspirazioni degli insegnanti e degli alunni ed è una scuola che punta al conseguimento dei saperi minimi, che altro non è se non la frammentazione del sapere. Per poter realizzare una buona Offerta Formativa e produrre risultati originali bisognerebbe avere maggiori risorse economiche e umane per portare avanti i progetti realizzabili e una collegialità autentica, altrimenti ogni possibilità di individuare una nuova linea educativa perde il suo significato».

Fenomeno del bullismo a scuola. Chi sono i bulli?
«Sono ragazzi che hanno un forte bisogno di dominare gli altri e si dimostrano spesso impulsivi. Talvolta soffrono anche di scarsa autostima e hanno un'opinione negativa di sé e della propria situazione. Spesso si lega il problema alla scuola come unico luogo di espressione del fenomeno, mentre esso ha un’origine molto più complessa».

Quali sono state le soddisfazioni più grandi che ha avuto il docente Panetta?
«Ho amato il mio lavoro e mi piace stare con i ragazzi – risponde-. Non è facile fare l’insegnante, ma non è neanche difficile: Per comunicare bisogna amare ciò che si fa e le persone che sono dinanzi a noi, il resto viene da sé. Le manifestazioni di stima e di affetto di molti colleghi e tantissimi dei miei alunni, alcuni già avanti negli anni, mi confortano, mi rassicurano e mi commuovono».

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