IIL COMMENTO ALLE MOTIVAZIONI

Ergastolo Aldobrandi, il legale di parte civile: "Sistema giudiziario ha dimostrato solidità"

"E' stato un lavoro che abbiamo fatto insieme alla Procura d’Imperia, gigantesco, e che ha trovato terreno fertile nella Corte d'Assise"

Ergastolo Aldobrandi, il legale di parte civile: "Sistema giudiziario ha dimostrato solidità"
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Non sapremo, perché lo sa solo lui: con quali modalità, quali strumenti e quali armi è avvenuta l'uccisione di Sargonia. E non sappiamo neppure come è stato distrutto il cadavere, come è stato occultato. Questo, però, non ha fermato il nostro sistema giudiziario che ha dimostrato di avere una capacità, una flessibilità e al contempo una struttura così solida da poter arrivare a una sentenza di questo tipo nonostante non si abbiano alcuni elementi”.

Lo ha dichiarato l’avvocato di parte civile, Francesco Rubino

commentando le 128 pagine della motivazione riguardante la condanna all’ergastolo di Salvatore Aldobrandi, 75 anni, il pizzaiolo originario di San Sosti (Cosenza), ma da anni residente a Sanremo, accusato omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti per avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia.

Ho letto tutte le centoventotto pagine di motivazioni - ha aggiunto - e devo dire che si tratta di una sentenza molto solida che ripercorre tutti gli elementi emersi durante l’istruttoria dibattimentale che è durata un anno. Ho molto apprezzato il suo strato giuridico motivazionale della Corte d'Assise d'Imperia e in particolare in tutti quei punti più delicati, perché ricordo che si tratta di un processo unico nel suo genere, cioè un cold case, un femminicidio, di cui si va a processo oltre trent’anni dopo e commesso in uno stato estero”.

Quindi tutto il tema dell'acquisizione e della valutazione

dell'attendibilità dei testimoni e della possibilità di ammettere tutta una serie di prove, così come raccolte secondo procedure e logiche giuridiche di uno stato estero.

Questo è stato veramente un lavoro che abbiamo fatto insieme alla Procura d’Imperia, gigantesco, e che ha trovato terreno fertile nella Corte d'Assise d'Imperia. Le motivazioni mi hanno particolarmente colpito in tutto l'apparato motivazionale relativo al processo di valutazione non solo del compendio probatorio, ma di tutta l'attività investigativa svolta dai poliziotti svedesi nel 1995, perché una delle tematiche più delicate era valutare se i poliziotti svedesi avevano effettivamente poi approfondito e battuto tutte le piste alternative rispetto a quelle dell'omicidio, quindi l'allontanamento volontario, il suicidio o il rapimento da parte di altri soggetti”.

Prosegue il legale: “Devo dire che anche su questo il cosiddetto imbuto investigativo che può crearsi in questi casi è stato puntualmente sconfessato, escluso, cioè la Corte ha dato atto di un compendio non solo probatorio dibattimentale, ma anche un compendio investigativo molto completo e soprattutto che aveva battuto tutte le piste alternative, non facendo emergere nel procedimento penale alcun dubbio ragionevole sul fatto che effettivamente quella dell'omicidio di Aldobrandi è l'unica pista ragionevole e attendibile che possa spiegare la scomparsa di una ragazza di vent’anni, che proprio in quelle settimane aveva iniziato un progetto di vita, un progetto abitativo, un progetto di relazione con una persona, con un ragazzo della sua età”.

Conclude: “Era una ragazza aperta alla vita e che non vedeva l'ora di vivere la sua vita e di stare accanto ai suoi familiari. Tutto questo è stato interrotto in maniera drammatica e l'unica spiegazione logica che anche la Corte recepisce è quella dell'omicidio da parte di Aldobrandi”.

Fabrizio Tenerelli

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