La cronaca del 25 aprile 1945 a Ventimiglia raccontata da Sergio Pallanca
"Il 25 aprile 1945, alle 9,35 i partigiani della V Brigata entrano a Ventimiglia con il Comandante ‘Toscano’ in testa"

“Il 25 aprile 1945, alle 9,35 i partigiani della V Brigata entrano a Ventimiglia con il Comandante ‘Toscano’ in testa, seguito dagli uomini del Battaglione d’Assalto Garibaldino. La città semideserta si presenta come un mucchio di rovine, bandiere bianche garriscono in ogni luogo”.
Inizia così il racconto del “25 Aprile”, a Ventimiglia
realizzato attraverso la cronaca dell’epoca dallo studioso di storia locale e Premio San Segundin d’Argentu, Sergio Pallanca. “Toscano si insedia in Comune. E’ impressione che i nuovi arrivati non siano del tutto graditi e che siano in attesa delle truppe francesi - racconta -. Alle 12 un aereo da ricognizione volteggia sulla città e atterra alla foce del Roia, nei pressi della ormai distrutta passerella, i due piloti attorniati da ventimigliesi confermano che sono in arrivo le truppe di liberazione. I comandanti ‘Moscone’, a Vallecrosia e ‘Serpe’, a Bordighera liberano le due città”.
Nella notte del 24 le truppe di occupazione avevano già lasciato la città
Ricordiamo che, dopo l’8 Settembre 1943, le forze armate di stanza a Ventimiglia si erano sciolte e le caserme erano state abbandonate e depredate dalla popolazione civile. “Le truppe germaniche di occupazione ad aprile 1945 erano costituite da truppe che, dopo lo sbarco alleato in Provenza del 15 agosto 1944, nel mese di settembre si concentrarono nel Ponente Ligure destinate a bloccare sul confine italo-francese l’avanzata nemica”.
Si trattava di truppe della 34/ma Divisione di Fanteria
formata il primo aprile 1936, a Coblenza, che giunse in Italia fra il 17 e il 28 giugno 1944. “Nello specifico il 253° Grenadier Regiment raggiunse il fronte sud occidentale a metà settembre con il II Battaglione comandato dal maggiore Hans Geiger e il I Battaglione del maggiore Klingermann, battaglioni rinforzati da alcuni plotoni dei Bersaglieri del II Battaglione Costiero Italiano. Ricordiamo che gran parte della popolazione della zona intemelia era stata fatta evacuare con l’ultimo definitivo ordine di sfollamento del 10 Dicembre 1944”.
Il 25 aprile 1945, il 22° Battaglione di Marcia Nord Africano Francese
con la I e II Compagnia, riceve l’ordine di marciare su Ventimiglia, città che raggiunge dopo tre ore di marcia forzata per percorrere i sedici chilometri da Olivetta San Michele, dove si trovava, e si ricongiunge con le truppe del B.M. 5 giunte lungo la via Aurelia, entrando a Ventimiglia alle 16.
“I poteri civili e militari furono assunti dal colonnello Romanetti comandante della piazzaforte, uomo di alte capacità organizzative e doti umane che resterà al comando, sino al 18 luglio 1945, quando i francesi evacuarono da Ventimiglia e dai paesi limitrofi e si giunse alla vera, totale, Libertà”.
Primo sindaco di Ventimiglia fu il dottor Giacomo Mario Gibelli
che così sinteticamente annotava, per motivi di segretezza, anche in lingua russa, appresa durante la sua presenza sul fronte russo: “Il 23 aprile via dei Bersaglieri e Fascisti, il 24 abbandono del Comune da parte dei Fascisti. L’ingegnere Trucchi evita la fucilazione di 20 civili. I ponti saltano, martedì ore 22,25 gli ultimi guastatori partono. Il mattino del 25 in una cantina del municipio si radunano alcuni cittadini, che formano una consulta, la quale nomina come giunta esecutiva il dottor Gibelli, don Orengo e l’ingegnere Laura. Questo avvenne quando ancora i cannoni francesi sparavano sulla città. Primo atto della giunta: l’invio di un messaggio in tre lingue, via mare, in terra di Mentone a tre reparti diversi: ‘Città libera, cessate il fuoco’”.
E poi: “Verso le 13 un aereo atterra nel Roia. Il marconista riceve comunicazioni: le truppe francesi sono alle porte della città. Verso le 16 del 25 arrivano in Ventimiglia le truppe francesi…occupata Ventimiglia proseguono verso Sanremo…nei giorni seguenti giunsero truppe di colore”.
Riferimenti storici tratti da “Ventimiglia Partigiana” di don Nino Allaria Olivieri e “L’eccidio di Grimaldi” di Sergio Pallanca.




Foto Mariani, Ventimiglia