Monologhi e spuntini, Zarbano scrive a Scajola: ieri peggior consiglio comunale
"Più che ascoltare gli interventi della minoranza, lei e gran parte della sua maggioranza avete preferito dedicarvi all’arte del disturbo"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al sindaco Scajola da parte di Luciano Zarbanoi, dopo il consiglio comunale di Imperia di ieri
Lettera di Zarbano a Scajola
"Signor Sindaco,
ieri ho avuto l’onore – si fa per dire – di partecipare al peggior Consiglio Comunale degli ultimi due anni. E dire che lei, navigato politico con anni di esperienza alle spalle, tra aule comunali e parlamentari, dovrebbe sapere bene come si sta in aula. Invece no. Più che ascoltare gli interventi della minoranza, lei e gran parte della sua maggioranza avete preferito dedicarvi all’arte del disturbo, il tutto sotto l’attento (cioè, assente) sguardo del Presidente del Consiglio, che evidentemente ha confuso il suo ruolo con quello del notaio: presente, ma muto. Mi aspettavo da lei un atteggiamento più consono al suo prestigioso curriculum. Ma il momento più alto – sempre in senso ironico – è arrivato quando ha deciso di concedersi un monologo in aula. Non un intervento sulla pratica di Bilancio in discussione, ma un attacco personale: mi ha definito “deficitario di coerenza”.
"Complimenti per l’eleganza e soprattutto per l’attinenza con la pratica in trattazione. Forse si riferiva alla mia riflessione da civico sulla necessità di riportare centralità ai partiti, anche a livello locale? Strano, proprio lei che durante l’ultimo congresso di Forza Italia ha detto di non essere mai uscito dal partito, mentre più di uno vicinissimo a lei è ben integrato nei partiti... quando fa comodo. Una coerenza liquida, diciamo. E a proposito di coerenza come non citare le sue dichiarazioni post-elettorali alla stampa, in cui spiegava che: “i partiti hanno perso il collegamento con il corpo elettorale e la classe dirigente è più debole. Alle politiche la gente firma delle sigle, mette delle croci su stemmi. Invece il sistema con cui si eleggono gli amministratori dei comuni è molto bello, fa scegliere le persone”. Belle parole. E sempre sul tema della coerenza lei si è meravigliato che “qui i voti dell’opposizione di estrema destra ed estrema sinistra, da Sardi alla Amoretti e a Zarbano coincidono”. Strano che, un civico impenitente come lei, sia rimasto ancora attaccato all’ideologia estrema destra ed estrema sinistra. Poche idee, ma ben confuse, direbbe qualcuno. Inoltre lei stesso ha più volte citato una frase di Papa Francesco: “Chi sono io per giudicare?” Ecco, se magari volesse iniziare a praticarlo davvero questo spirito, non sarebbe male. Quanto ai suoi frequenti interventi fuori tema – perché sì, anche se il regolamento le consente di parlare in qualsiasi momento, dovrebbe farlo solo sulle pratiche – noto con dispiacere che lei si prende anche il ruolo del Presidente del Consiglio. Forse non le basta il posto (anche a sedere) al centro della scena, vuole anche quello del moderatore. A tal proposito, un ripassino sul significato di “presiedere” (citando la Treccani: “dirigere i lavori di una seduta”) potrebbe tornare utile... non a me, ma a chi dovrebbe ricordarglielo.
Per ottenere chiarimenti sulla sua battuta sulla mia presunta incoerenza, ho dovuto sacrificare parte del mio già limitato tempo a disposizione. Ovviamente, non ho avuto risposta. Forse arriverà, forse no. Magari in un altro monologo. E infine, permetta una nota di colore: i suoi “spuntini” durante le sedute, così disinvolti, sembrano ispirati più ai combattimenti all’interno del Colosseo che non a un’aula consiliare. Il tutto mentre noi consiglieri, moderni gladiatori, ci scontriamo (in senso figurato) per difendere le nostre idee.
Tra sei mesi si arriverà al famoso “giro di boa”. Mi chiedo: cosa troverà il suo successore? Una città migliorata o solo briciole di biscotti sotto alcuni banchi del Consiglio? Magari a questa lettera risponderà qualcuno per lei, come d’abitudine. Ma mi piacerebbe, per una volta, che lo facesse lei. Personalmente.
In ogni caso, Signor Sindaco, è giusto pensare alla città di Imperia. Ma, ogni tanto, pensare anche agli imperiesi non sarebbe male".
Luciano Zarbano