La guerra per la Kermesse

Offerta Rai: commissione dà l'ok. Dalla settimana prossima le trattative per il Festival

Nel frattempo, il web impazzisce dietro alle candidature per sostituire Sanremo

Offerta Rai: commissione dà l'ok. Dalla settimana prossima le trattative per il Festival
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Conclusa la fase di selezione (piuttosto semplice, c'era solo Viale Mazzini) con la commissione interna del Comune di Sanremo che ha terminato ufficialmente di esaminare la corposa offerta Rai protocollata per l'organizzazione del Festival della Canzone Italiana. 

 

Offerta Rai: commissione dà l'ok

Questa mattina è stata pubblicata sul sito web dell'ente la determina relativa alla fine dell’esame, da parte della commissione di valutazione, della proposta Rai relativa all’organizzazione e alla trasmissione del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028 (con eventuale proroga per un massimo di due anni). Lo comunica Palazzo Bellevue con una nota stampa.

 

Si chiude quindi la prima fase selettiva prevista dal bando per lasciare spazio alla seconda, quella negoziale. A tal proposito, sempre questa mattina, la Giunta comunale ha adottato la delibera con cui, dopo aver preso atto della suddetta determina, ha confermato l’avvio dei lavori della fase negoziale, che inizieranno già la prossima settimana.

 

La manifestazione di interesse

Ricordiamo che Sanremo ha imbastito la manifestazione di interesse per lo sfruttamento economico dei brand di cui e proprietario (Festival di Sanremo e Festival della Canzone Italiana) in seguito alla sentenza del Tar, confermata poi dal Consiglio di Stato, che ha sancito illegittimo l'affidamento alla Rai, aprendo al mercato l'organizzazione della kermesse più amata dagli italiani.

 

Nella manifestazione di interesse - unica offerta prevenuta quella di Viale Mazzini - Sanremo, oltre al supporto per il calendario eventi, alle modifiche ad Area Sanremo e alla trasmissione in diretta di  SanremoInFiore, chiede anche 6,5 milioni di euro e l'1% degli introiti pubblicitari. Questi i "paletti" che gettano le basi per le contrattazioni con la Rai.

 

Il caos con le candidature a ospitare la kermesse e le parole di Rossi

Proprio in questi giorni le acque intorno al Festival sono più agitate del solito: a smuoverle per primo l'editorialista romano Mario Ajello che dalle colonne de "Il Messaggero"  e "Mattino" annunciava il divorzio tra Sanremo e Rai e collocava, a partire dal 2027, il Festival tra Versilia e Costiera Amalfitana. I social network sono impazziti: in poco tempo si sono candidati Foggia e Rimini mentre il comune di Viareggio (su "Il Tirreno") ha ammesso di avere già avviato trattative con Viale Mazzini (il servizio completo in edicola con La Riviera, anche sfogliabile digitale).

 

Se Palazzo Bellevue ha preferito la strategia del silenzio per tutelare la procedura pubblica in corso, le parole dell'Ad Rai Giampaolo Rossi hanno un sapore agrodolce. «Per il 2026, la macchina si è già avviata - ha spiegato sabato scorso, a margine della presentazione, a Napoli, dei palinsesti delle reti di Stato- . Nel 2027 sicuramente noi faremo un nostro Festival. Pensiamo che sarà a Sanremo, ma noi abbiamo i mezzi per farlo ovunque. E' grazie alla Rai se esiste il Festival di Sanremo come lo concociamo oggi. Si può dire, di fatto, che il Festival è della Rai». 

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