La storia del pilastro del calcio

Dimenticato tre volte: 60 anni dalla morte di Carlo Carcano

Allenatore esonerato dalla Juve perché omosessuale, contribuì a fondare la Carlin's Boys a Sanremo

Dimenticato tre volte: 60 anni dalla morte di Carlo Carcano
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Dimenticato tre volte. È Carlo Carcano, il grande allenatore di calcio del quale nei giorni scorsi è ricorso il 60° anniversario della morte, avvenuta a Sanremo, dove ha risieduto, salvo qualche parentesi, negli ultimi trent'anni di vita.

 

Dimenticato tre volte: 60 anni dalla morte di Carlo Carcano

La prima è stato dimenticato da quando, mentre stava vincendo il quinto scudetto consecutivo sulla panchina della Juventus, venne esonerato e di lui si cercò di cancellare ogni traccia. La seconda quando in tempi successivi quasi nessuno ne ha recuperato la memoria. L'ultima da quando non si trova più la sua tomba nel cimitero monumentale di Sanremo. Eppure Carlo Carcano ha lasciato un grande segno anche a Sanremo dove fondò, con altri (fra i quali l'on. Gino Napolitano e l'ex calciatore Amilcare Gilardoni), la Carlin's Boys. Società calcistica gloriosa.

 

Esonerato perché omosessuale: la storia del claciatore-allenatore

Era nato a Masnago, frazione di Varese, per poi trasferirsi a Milano. Nel 1913 passò all’Alessandria. Vi rimase 11 anni. Collezionò anche 5 presenze in Nazionale. Legò per sempre il suo nome alla Juventus con la quale vinse 4 consecutivi scudetti (record detenuto mezzo secolo e poi superato da Massimiliano Allegri, sempre alla Juve).

Nel 1934 venne chiamato a dare una mano a Vittorio Pozzo nella Nazionale che vinse il Mondiale. Avrebbe vinto anche il quinto scudetto se, a dicembre, non fosse stato esonerato. Il motivo (vero)? Si era scoperta una sua relazione omosessuale. L’anno successivo si trasferì a Sanremo.

Guidò anche la Sanremese, in serie C (1941-42). Nel dopoguerra per quasi tre anni allenò l'Inter avvicendandosi con Giuseppe Meazza. Fu poi all'Atalanta, all'Alessandria e ancora alla Sanremese. Morì, nella Sanremo che amava, il 23 giugno 1965 dopo una lunga degenza in ospedale a seguito di un malore mentre faceva il bagno.

 

Il ricordo nella Riviera dei Fiori

Difficile trovare in città qualcuno che lo abbia conosciuto. E chi lo ha incontrato conserva ricordi sfuocati. Di Giancarlo "Lallo" Grammatica, ex calciatore, figura molto conosciuta, fu padrino di battesimo a Taggia con seguente pranzo all'allora ristorante Argentina. «Era - racconta -  molto amico di papà. Quando lo incontravo ero ragazzino e non mi rendevo conto di quanto fosse stato grande. Ho così ricordi confusi».

Un po' come Ivano Napolitano, già allenatore e dirigente, atra figura nota: «Me lo ricordo vagamente per averlo incontrato qualche volta con mio padre. Ero molto giovane. Papà Gino mi aveva in compenso parlato di Carcano spesso, dipingendolo come una bravissima persona. Mi raccontava come la prima maglia della Carlin's anziché nerazzurra fosse completamente bianca e regalata proprio da Carcano». E Gian Maria Tinelli, storico presidente della Carlin's: «Era amico di mio padre con il quale, insieme ad altri, fondò la Carlin's Boys. L'ho incontrato ma ricordo vagamente la sua figura. Ne ho sentito invece  parlare tanto. A cominciare da mio padre».

Carlo Carcano era stato sepolto nel cimitero monumentale della Foce ma oggi non si trova più né la sua tomba né la lapide che la contrassegnava. Eppure, sui registri, la sua sepoltura è registrata al campo 26, ceppo 123. Ma... non c’è. Forse era destino che un uomo che tanto dette al calcio venisse quasi del tutto dimenticato in vita e in morte e se ne disperdesse, oltre alla memoria, anche il corpo.

Marco Corradi

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