"Medici a gettone e la giostra impazzita": lettera aperta di una paziente del Ps

"Pronto Soccorso di Sanremo. Un'altra volta protagonista di malasanità"

"Medici a gettone e la giostra impazzita": lettera aperta di una paziente del Ps
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"Pronto Soccorso di Sanremo. Un'altra volta protagonista di malasanità. Quando entro in P.S. a Sanremo spero sempre di trovare qualcuno che io conosca, altrimenti bisogna armarsi di Santa Pazienza… ma dopo ore ed ore di silenzio, con rispetto verso i codici rossi, il tempo si dilata sempre di più". Inizia così la lettera di una nostra lettrice che descrive un'esperienza infelice all'ospedale Borea.

"Dopo una notte di dolore - racconta -, mi viene diagnosticata una gastrite-colite, con tanto di terapia e dieta da seguire. Lo sguardo del medico di turno non me lo dimentico: era sicuramente provato dalle ore di lavoro, ma è inaccettabile un errore così grossolano di diagnosi.

Mio marito ed io siamo tornati a casa dopo circa 9 ore in ospedale, ma nonostante le cure per la 'colite' con tanto di dieta il mio dolore allo sterno sinistro aumenta sempre di più.

A parte gli esami del sangue, la somministrazione di antidolorifici, nessun altro accertamento è stato eseguito se non le solite manovre sull’addome: nessun raggio, nessuna ecografia"?

La diagnosi mancata

"Il giorno seguente - prosegue il racconto -, dopo aver seguito il consiglio del mio medico curante, considerato il dolore, decido di andare privatamente al Centro Diagnostico di Ospedaletti per eseguire un’ecografia di controllo. La dottoressa, attenta, scrupolosa e competente, che ringrazio di cuore, si accorge che non è una colite bensì un inizio di polmonite con versamento pleurico.

Ognuno è medico di se stesso ed io avevo capito che non era una banale gastrite-colite.

Andare al pronto soccorso dovrebbe essere un atto di emergenza, una risposta a un bisogno urgente di assistenza medica. Tuttavia, la realtà è spesso ben diversa.

Molti pazienti si trovano a sentirsi non valutati e non considerati. Per la nostra famiglia non è la prima volta che vengono prese lucciole per lanterne, il che è inaccettabile".

La svolta a Imperia

"In pochi giorni la situazione era decisamente peggiorata. Dopo un’ennesima notte trascorsa a casa nel dolore, mio marito ha deciso di farmi portare al pronto soccorso di Imperia.

Fin dall’inizio del viaggio in ambulanza la situazione aveva preso una piega diversa.

I militi della Misericordia sono stati gentili e attenti, dimostrando una professionalità che ha alleviato parte della mia paura e preoccupazione. Anche se la strada era piena di buche, che aumentavano il mio dolore, la loro presenza rassicurante ha reso il viaggio più 'sopportabile'".

Quando la cura incontra l’umanità

"Una volta arrivati al Pronto Soccorso di Imperia, sono stata presa in carico. Qui ho incontrato il personale infermieristico e medici competenti con umanità. Empatia e professionalità hanno fatto la differenza. Il medico mi ha 'ribaltata come un calzino', eseguendo tutti gli accertamenti necessari con cura e attenzione. Nonostante avessi già fornito la documentazione precedente, ha voluto assicurarsi che nulla fosse trascurato.

Il loro approccio dettagliato e scrupoloso mi ha fatto sentire ascoltata e rispettata. Questa esperienza al Pronto Soccorso di Imperia è stata una boccata d’aria rispetto a ciò che avevo vissuto in precedenza. È fondamentale che i pazienti vengano trattati con umanità e attenzione, e sono grata di aver trovato un team che ha compreso la mia situazione, stilando una diagnosi di pleuropolmonite e trovando la cura appropriata".

Gratitudine e consapevolezza

"Spero che questa esperienza positiva possa essere un esempio per altri pronto soccorso. La qualità delle cure e l’umanità nel trattamento dei pazienti sono essenziali. Ogni paziente merita di essere ascoltato e curato con rispetto e professionalità.

Ringrazio in particolare il Dott. Luca Acquarone, Dirigente Medico di Struttura Complessa disciplina Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, per la direzione della Struttura Complessa Pronto Soccorso Imperia; il Dott. Francesco Paolo D’Adamo e il personale medico e infermieristico per aver trattato e compreso l’urgenza del caso.

Nonostante tutto, successivamente vengo ricoverata in pneumologia a Imperia, per embolia polmonare. Grazie alla tempestiva assistenza di tutto il personale medico e infermieristico, per aver fatto ulteriori accertamenti necessari e aver indagato sulle complicazioni avvenute.

Ora sono ancora qui, ricoverata in un reparto funzionante ed operativo sotto la Direzione del Dott. De Michelis: mi sento al sicuro, circondata da uno staff attento, gentile, che si prende cura del benessere del paziente e che ringrazio quotidianamente".

La conclusione amara

"Concludo con la convinzione che essere medico non vuol dire fare il medico. Ho rischiato grosso a causa della superficialità di chi, in quella sera, il gettone l’ha inserito nella fessura sbagliata e la giostra non ha funzionato".

"Invitiamo la paziente a prendere contatto con l'Ufficio Relazioni con il Pubblico in modo da poter verificare la vicenda", ha replicato Asl1 in una nota.

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