Fiori per Emanuela Loi, oggi l'anniversario della morte
Oggi piangiamo, ma ribadiamo anche l'incitamento alle forze di Polizia nella loro lotta al crimine"

Sentita cerimonia, questa mattina, a Riva Ligure, per ricordare la poliziotta Emanuela Loi nel giorno dell'anniversario della sua morte (19 luglio del 1992).
Fiori per Emanuela Loi, oggi l'anniversario della morte
Erano presenti il sindaco del borgo, Giorgio Giuffra, il vice questore vicario Paolo Pizzimenti, la dirigente scolastica Paola Baroni e personale della Polizia di Stato. La cerimonia allo Spazio Giovani di via Caravello, intitolato alla memoria della donna morta al servizio dello Stato. Commosso il momento della esposizione della corona di fiori alla targa che porta il suo nome.
«È un giorno triste per noi della Polizia di Stato - così il Vice Questore - però è un giorno dedicato al ricordo. Le nostre lacrime si uniscono a tutte quelle del paese nel ricordare i nostri caduti che sono morti per combattere la prepotenza. Perché è l prepotenza quella che noi, ogni giorno, affrontiamo con il rispetto della legge»
«Questa giornata ci insegna che non dobbiamo dimenticare mai - ha aggiunto il sindaco -. Dietro a Emanuela Loi ci sono anche tanti altri martiri dello stato. Le istruzioni non devono abbassare la guardia e la sinergia tra le varie articolazioni dello stato deve essere forte per respingere ogni forma di criminalità. Oggi ci uniamo al cordoglio di tutte le famiglie delle vittime di mafia, ma ribadiamo anche il nostro incitamento a tutte le Forze di Polizia».
«La figura di Emanuela Loi - ha detto la dirigente Baroni - è significativa per i ragazzi. Aveva studiato per diventare maestra, poi la vita ha voluto che diventasse poliziotta di scorta. Credo che questa sua aspirazione come educatrice sia comunque rimasta: noi spieghiamo ai ragazzi chi era Emanuela e il significato della targa e loro se lo ricordano. Hanno anche prodotto delle composizioni importanti».
La morte
Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato a morire in servizio, è stata uccisa il 19 luglio del 1992 nell'attentato di Via D'Amelio, insieme ad altri quattro agenti di scorta e al magistrato antimafia Paolo Borsellino. Cosa Nostra scelse di colpire l'uomo dello stato con un'autobomba posizionata nei pressi dell'abitazione della madre. L'auto esplose mentre il magistrato citofonava alla casa della famiglia. Il 23 maggio, era stato assassinato in un altro attentato l'amico e collega Giovanni Falcone, con una bomba in autostrada. L'esplosione costò la vita al giudice, alla moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta.






