PENSIONE MINIMA E DICIOTTO MESI DI AFFITTI NON PAGATI, CONIUGI SFRATTATI / L'APPELLO AL COMUNE: "AIUTATECI"

Sopravvivono con due pensioni: lui, Orlando Basile, 54 anni, prende 330 euro al mese per un infortunio sul lavoro e la moglie, Maria Bruno, ne prende 298 per una invalidità. Adesso sono sotto sfratto per morosità e non sanno dove andare. Pertanto lanciano un appello al Comune di Ventimiglia per avere una casa o un aiuto economico per l'affitto.
Orlando e Maria, attualmente, vivono in un'alloggio di via Cavour, della Fondazione Ernesto Chiappori. Da un anno e mezzo, almeno, non versano il canone e per questo motivo verranno messi fuori, entro poche settimane. «Prima abitavamo alle Logge e pagavamo 505 euro al mese - spiega Orlando - anche laggiù mi hanno sfrattato, spostandoci in via Cavour, grazie all'aiuto del parroco di Ventimiglia Alta. Oggi, invece, non sappiamo proprio dove sbattere la testa».
E' il 17 luglio del 2009, quando Orlando, che all'epoca lavorava come muratore, in Val d'Aosta, resta infortunato, precipitando da un muro. «Mi sono spezzato il radio - aggiunge -. A Ivrea mi hanno operato, ma mi è rimasto un buco sul polso ed hanno dovuto sottopormi a un nuovo intervento». Orlando chiede alla sanità piemontese 25mila euro di risarcimento, ma il contenzioso va per le lunghe e quei soldi non arrivano: l'Asl prende le distanze. «Altrimenti avrei pagato l'affitto, che nel frattempo è stato innalzato da 400 a 500 euro - aggiunge - Io al momento non posso lavorare e chiedo l'ennesimo aiuto al Comune».
Interviene anche Maria: «E' da pochi anni che viviamo in Liguria, ma in questa terra non ti aiuta proprio nessuno. Ti abbandonano tutti al tuo destino. Io sono disabile: a sette anni sono caduta da cinque metri e mi sono ripresa, soltanto dopo tre mesi di coma, ma mi spiegate come facciamo a vivere con due pensioni così misere?». Col passare dei mesi, il debito con la Fondazione Chiappori è cresciuto e lo stesso ente religioso non sta trascorrendo un periodo felice dal punto di vista economico.
Concludono i due coniugi: «Con quei soldi non possiamo certo pagare l'affitto e vivere. In passato abbiamo anche presentato una domanda per la casa popolare, ma mi dicono che è scaduta e siamo in procinto di finire su una strada». Pur valutando, con scrupolo, le singole posizioni, forse i Servizi sociali dovrebbero esaminare la loro posizione e valutare se è il caso di fornire un aiuto.
Fabrizio Tenerelli
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