San Biagio: in 300 per l'addio a Sergio Di Giuliantonio
Sergio, stando a quanto finora ricostruito, viaggiava in sella a una moto d’acqua, quando per cause in fase di accertamento, forse stava cercando di superare il motoscafo, ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato ed è stato travolto dall’elica. A nulla sono serviti i soccorsi.

Morto dilaniato dall'elica del motoscafo
In 300 per l'addio a Di Giuliantonio
Sono circa trecento le persone che questo pomeriggio, nella chiesa patronale di San Biagio della cima, si sono strette attorno al feretro di Sergio Di Giuliantonio, 56 anni, l’uomo morto giovedì scorso (24 agosto), a Ventimiglia, dilaniato dalle eliche del motoscafo condotto dal figlio, Andrea.
Sergio, stando a quanto finora ricostruito, viaggiava in sella a una moto d’acqua, quando per cause in fase di accertamento, forse stava cercando di superare il motoscafo, ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato ed è stato travolto dall’elica. A nulla sono serviti i soccorsi.
Il ragazzo, 20 anni, difeso dall’avvocato Marco Bosio, è stato indagato dalla Procura di Imperia con l’accusa di omicidio colposo, ma si tratta di un atto dovuto. In occasione dei funerali, l’amministrazione comunale di San Biagio ha proclamato il lutto cittadino.
"Viviamo una vita fatta di contraddizioni nella quale ci svegliamo il mattino pensando di poter fare una cosa e andiamo a letto la sera avendone fatta un'altra - ha detto il parroco nell'omelia -. La morte é la vera contraddizione. Della morte sappiamo tutto e non sappiamo nulla allo stesso momento. È quella cosa che fa paura a tutti. Ma un punto di forza l'abbiamo nella vita anche se lo guardiamo con le lacrime agli occhi: il crocifisso. La morte, la malattia, le molteplici ferite che l'uomo riceve.. tutto questo diventa occasione per lasciarsi prendere dalla vita piena di Dio".


