Attacco senza precedenti di Enzo Mazza (discografici FIMI) contro il Comune di Sanremo
Le offese: "Visione provinciale, strapaesana e parassitaria nei confronti di uno spettacolo tv che cresce malgrado la città"

Parole al vetriolo e una provocazione sopra le righe e anche sorprendente (anche se non nuova) quella consegnata ai media nelle scorse ore da Enzo Mazza ceo della FIMI la federazione dei discografici italiani dopo la pubblicazione della manifestazione di interesse del Comune di Sanremo per l'organizzazione dei prossimi Festiva. L'attacco, sguaiato e offensivo, è tutto contro il comune accusato di avere un visione "provinciale, strapesana e parassitaria.
Uno scontro aperto che si aggiunge a quello della Rai che ha diffidato il comune dal mettere a bando il format del Festiva e impugnato la delibera della gara. Questo in attesa della sentenza sul ricorso al Consiglio di Stato prevista per il 22 maggio prossimo.
Enzo Mazza: "Il Comune non considera assolutamente i discografici, pensa ad avere il 20% dei posti dell'Ariston e trasmettere una sagra paesana come Sanremo in fiore"
“Il Comune di Sanremo, nell’avviso pubblicato in cui prevede impegni per il partner, non considera assolutamente il ruolo della discografia che con investimenti e contenuti consente al festival di prosperare e generare ricavi- ha detto Mazza intervistato dal Foglio - La prossima edizione del festival dovrà prevedere un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Senza la discografia sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori".
E ancora: “Sa cosa hanno chiesto mercoledì quelli del comune di Sanremo come requisito per affidare il Festival a un broadcaster tv? Mica dicono di voler fare investimenti. Chiedono cose del tipo che il 20 per cento dei posti all’Ariston sia riservato gratis agli ospiti del Comune. E poi inseriscono righe e clausole impegnando l’emittente televisiva, dunque la Rai, a trasmettere su reti nazionali una specie di sagra paesana chiamata ‘Sanremo in fiore’. Questo gli interessa. Non capiscono nemmeno cos’è il Festival che porta il nome della città che amministrano”.
La profezia di Mazza; "Un giorno andando avanti così quel festival si farà da un'altra parte"
Il Comune è accusato dall'uomo che rappresenta tra le altre Sony, Warner e Universal di avere "una visione provinciale, strapaesana e parassitaria nei confronti di uno spettacolo tv che cresce malgrado la città di Sanremo. Un giorno, andando avanti così, finirà davvero che quel Festival si farà da un’altra parte. A Sanremo resteranno il nome, e il ricordo di un lontano passato che fu glorioso“.
"Senza la musica Sanremo sarebbe una scatola vuota". E critica l'Ariston
“Mentre tutti investono e si modernizzano - prosegue l'attacco - il comune non viene dietro. Anzi diventa un problema. In questo bando, per dire, non si tiene in nessun modo conto dell’industria discografica. Della musica, che è poi la materia prima del Festival. Sanremo, senza la musica, sarebbe una scatola vuota. Eppure, in questo bando del comune, nemmeno si fa cenno al teatro Ariston, per esempio. Che è un luogo troppo piccolo, stretto ormai per uno spettacolo come quello. Non ci si muove nemmeno dietro le quinte. È palesemente inadatto”.
“Tutti i ricavi che derivano dalla discografia - sottolinea Mazza allundendo al giro d'affari stimato quest'anno in 245 milioni di euro - Derivano dalle canzoni. Eppure per la discografia, per le canzoni e per le esigenze degli artisti e dell’industria musicale non c’è nessuna attenzione. Non c’è un teatro adeguato, come dicevamo. Perché non l’hanno voluto costruire. Non c’è una gestione ordinata dell’enorme flusso di persone in città, e dunque gli spostamenti degli artisti sono complicatissimi e dispendiosi. Non c’è nemmeno un’infrastruttura alberghiera e ricettiva sufficiente, al punto che gli ospiti internazionali vanno sempre a dormire in Francia. E questo tralasciando il fatto che è difficile arrivarci da Milano visto che l’autostrada è tale solo di nome e da Roma è addirittura un viaggio della speranza". In attesa della pronuncia del Consiglio di Stato il prossimo 22 maggio dopo il ricorso della tv pubblica, i legali Rai hanno diffidato il Comune ligure. E i fronti aperti, ormai numerosi, agitano non poco i vertici di Viale Mazzini.