un'operazione contestata

Casa Serena, l'attacco dell'ex dirigente Bergonzi: "Vi siete sbarazzati del dente che duole"

"Come pensa il privato di recuperare 1,6 milioni di euro all'anno rispetto alla gestione pubblica a guadagnarci pure?"

Casa Serena, l'attacco dell'ex dirigente Bergonzi: "Vi siete sbarazzati del dente che duole"
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"CASA SERENA: il buon padre di famiglia, il piano di impresa... e togliamoci sto dente". E' l'incipit di un duro post con il quale l'ex dirigente del Comune di Sanremo Renato Bergonzi attacca l'amministrazione comune dopo la cessione ai privati della Casa di riposto comunale, Casa Serena appunto, al centro di un pesante contenzioso tra dipendenti, sindacati, opposizione consigliare e amministrazione comunale.

L'attacco di Bergonzi: "Avete agito come il buon padre di famiglia"

"In tante accezioni contrattuali compare l'espressione " del buon padre di famiglia", a significare che il responsabile di una persona ( il tutore di un minore) di un bene( la gestione di una eredità) si comporti secondo criteri di equità, responsabilità, correttezza - scrive Bergonzi - chi amministra e gestisce la cosa pubblica lo deve fare secondo questo criterio. L'amministratore che ha a cuore la salute, il benessere dei propri anziani agisce come buon padre di famiglia. E lo stesso principo vale per la salvaguardia della dignità del lavoro.
Secondo tale principio il buon padre di famiglia avrebbe preteso da chi ha proposto un prezzo per Casa Serena, un Piano di impresa.

Come recuperare 1,6 milioni di euro di perdite all'anno?

"Questo piano avrebbe dovuto spiegare per benino ( grafici, tabelle, conti, scenari presenti e futuri) - aggiunge Bergonzi -  come il futuro gestore avrebbe fatto quadrare i conti. Quali conti? Intanto si parte da un deficit strutturale di circa 600.000 euro annui ai quali si devono aggiungere circa UN MILIONE annuo per 10 anni.
Questo bellissimo piano di impresa deve spiegare al buon padre di famiglia ( supportato dai suoi consulenti) come recuperare, rispetto alla gestione pubblica 1.600.000 ( scriviamolo per esteso) un milione e seicentomila euro all'anno e in aggiunta a tale cifra, ricavare qualche profitto.
Ma questo piano di impresa esiste? Possono dargli un'occhiatina i sindacati, la comunità i tecnici del settore? O esistono solo promesse?. Certo la pandemia ha creato problemi a tutti. La casa ha una potenzialità di 180 posti. E su questi occorre fare i conti.
Ma per favore signori amministratori, signori tecnici, non accontentatevi di promesse e parole. Agite come il buon padre di famiglia. Fatevi dare un piano di impresa serio, e verificate la sua fattibilità.
Come recupereranno il 1.600.000 annui rispetto alla gestione precedente?
Quali miracoli faranno?
Semplicemente: aumenteranno le rette? Demansioneranno i lavoratori? Li pagheranno meno? Abbasseranno il numero di personale a discapito della cura? Sopprimeranno alcuni servizi non ritenuti essenziali? Abbasserano la quantità e la qualità del cibo? faranno pulizie alla carlona?
"Il buon padre di famiglia - conclude l'ex dirigente e scrittore Bergonzi - deve porsi queste domande. Altrimenti sorge un dubbio....che abbiate voluto sbarazzarvi di un dente che vi duole".

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