Crescono le richieste di nullità del matrimonio al tribunale ecclesiastico
Soltanto la Rota romana è passata a gestire dalle 700-750 nuove cause all’anno del periodo pre covid, alle 1.200 circa degli ultimi due anni

Nel mondo cattolico sono salite a 1.200 richieste all'anno di nullità
Crescono le richiesta di nullità del matrimonio in tutto il mondo cattolico. Soltanto la Rota romana è passata a gestire dalle 700-750 nuove cause all’anno del periodo pre covid, alle 1.200 circa degli ultimi due anni. A comunicare il dato è stato, nel pomeriggio, Francesco Viscome, prelato uditore del tribunale apostolico della Rota romana e giudice di Corte di Appello dello Stato di Città del Vaticano, intervenuto a Villa Nobel di Sanremo all'apertura dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico diocesano.
“La procedura introdotta nel 2015 da Papa Francesco serve per snellire e superare i ritardi che ci sono per le dichiarazioni di nullità del matrimonio - ha detto Viscome - è il cosiddetto processus brevior, il processo più breve che non richiede un’indagine accurata, quando come caratteristica, e soprattutto come richiesto dalla norma, ci sia l’evidenza della nullità e l’accordo delle parti. Il rilancio di queste richieste si è verificato sia perché c’è il processo breve, che può fare direttamente il vescovo, sia perché il Papa ha voluto anche la gratuità al tribunale della Rota romana”.
Anche a livello locale, in primo grado di giudizio, si registra un aumento
come sottolineato da don Emanuele Longo, vicario giudiziale. “Si è passati dalle dodici cause del 2022 - ha affermato - alle sedici del 2023”.
La maggior parte delle richieste riguarda il campo relativo alla mancanza di discrezione e di giudizio. Persone che sì hanno la capacità di contrarre matrimonio, ma che dimostrano di avere capacità volitive e intellettive un po’ carenti e magari se ne accorgono dopo anni.
“Affrontano il matrimonio senza comprenderne il significato profondo - prosegue Longo -. Vengono poi considerati i criteri dell’esclusione dell’indissolubilità (ad esempio quando due persone si sposano, convinti che se intanto male c’è la separazione, ndr) e della prole, quando uno o entrambi non vogliono figli”.
Un altro criterio è quello dell’infedeltà
intesa come relazione extraconiugale che deve sussistere: prima, durante e dopo il matrimonio. “Rispetto all’accesso al tribunale regionale abbiamo registrato un piccolo incremento e mediamente trattiamo dodici cause all’anno - ha dichiarato il vescovo Antonio Suetta -. La ragione sta nella prossimità del tribunale: i fedeli conoscono direttamente i ministri del tribunale, poi i parroci hanno più comodità ad indirizzare al tribunale”.
Fabrizio Tenerelli







