Generazione Sanremo: "Dal Senatore Berrino un attacco alla Costituzione e a due famiglie sanremesi"
Il senatore Gianni Berrino ha definito "egoismo" il desiderio di due madri di essere riconosciute come tali anche dalla legge.

Il senatore Gianni Berrino ha definito "egoismo" il desiderio di due madri di essere riconosciute come tali anche dalla legge.
Le dichiarazioni di Vittorio Toesca e di Noemi Angelini
Il consigliere comunale con delega alle pari opportunità Vittorio Toesca e la Presidente di Generazione Sanremo Noemi Angelini: “Dal senatore Berrino un attacco alla Corte Costituzionale e a due famiglie sanremesi”
Il gruppo consiliare di maggioranza Generazione Sanremo, attraverso il consigliere comunale Vittorio Toesca e la Presidente dell’associazione Noemi Angelini, esprime stupore e disappunto per le recenti dichiarazioni del senatore Gianni Berrino, che ha definito "egoismo" il desiderio di due madri di essere riconosciute come tali anche dalla legge.
Una presa di posizione tanto scomposta quanto intempestiva, che arriva proprio nel giorno in cui, a Sanremo, un bimbo e una bimba vedono finalmente riconosciuto un diritto fondamentale: essere figli di entrambe le madri anche agli occhi dello Stato italiano. Nessuna parte offesa: il donatore ha scelto con consapevolezza e rispetto di non essere padre, ma un alleato di due madri che desiderano crescere un figlio insieme, quindi un gesto di generosità, non una rinuncia.
È opportuno ricordare che questo riconoscimento non è né una concessione né un’eccezione, ma l’esecuzione di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 68 del 2025. La Consulta ha parlato chiaramente: negare la possibilità di registrare alla nascita entrambe le madri di un figlio nato da procreazione medicalmente assistita all’estero è una violazione degli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, oltre che dei principali trattati internazionali sui diritti umani.
Le parole del senatore Berrino, che ha giurato sulla Costituzione, sembrano porsi oggi in palese contrasto con quanto sancito dalla Corte stessa. Una contraddizione che non può sfuggire a chi ha responsabilità istituzionali.
In un momento in cui ci sarebbe bisogno di uno sguardo attento, rispettoso e capace di comprendere la complessità delle nuove famiglie, si sceglie invece la scorciatoia della polemica ideologica. Ma le sentenze, per fortuna, non si commentano con slogan: si rispettano e si applicano.
La città di Sanremo, con questo piccolo ma significativo passo, dimostra che il diritto può e deve essere uno strumento di giustizia e di uguaglianza, anche e soprattutto per i più piccoli.
Ci auguriamo che il dibattito politico possa tornare a confrontarsi con il principio di realtà, e che nessun bambino debba più sentirsi figlio “a metà” per ragioni che nulla hanno a che vedere con l’amore o con il buon senso.