Sanremo

I segreti dell'Intelligenza Artificiale con il professor Vincenzo Cascino

Nello studio del professore sanremese, oltre alla storia, proposte per l'impiego dell'IA in ambito didattico e nell'inclusività

I segreti dell'Intelligenza Artificiale con il professor Vincenzo Cascino
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Si fa un gran parlare, negli ultimi mesi, dell'Intelligenza artificiale. E anche al G7 che si è concluso a Torino la settimana scorsa se ne è discusso. Sull'argomento è pure intervenuto il Papa mentre a marzo, a Trento, i ministri dell'Industria dello stesso G7 hanno adottato la Dichiarazione che promuove lo sviluppo e l'utilizzo etico dell'Intelligenza artificiale nel settore pubblico. Il professor Vincenzo Cascino, sanremese, docente al Cassini ma anche titolare della cattedra di Pedagogia della devianza e pedagogia speciale all'Università di Genova, ha condotto uno studio su intelligenza artificiale e didattica inclusiva e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Orientamenti pedagogici. Il titolo è "IA e scuola inclusiva: È possibile una loro relazione?".

 

La storia (e i segreti) dell'Intelligenza Artificiale nello studio di Vincenzo Cascino

Lo studio offre una serie di interessanti e sorprendenti elementi che vanno al di là dello specifico campo didattico. A partire dalla storia dell'Ia. Molto più "stagionata" di quanto si possa pensare. Negli anni Cinquanta del '900 vengono costruiti i primi computer elettronici digitali. La figura di spicco in questo ambito è quella di Alan Turing, matematico. Il 31 agosto 1955 è nato il termine Intelligenza artificiale durante una conferenza ad Hannover, nel New Hampshire Qui sono stati creati laboratori artificiali diretti da Marvin Minsky. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si arriva alla conclusione che si possono costruire macchine con capacità simili a quelle dell’uomo. «Capaci - sottolinea Cascino - di risolvere problemi complessi. In realtà l’idea di calcolatori programmabili era nell’aria a partire da Babbage (1817) che, nell’Ottocento, aveva progettato una macchina calcolatrice di tipo meccanico chiamata Difference Engine, ovvero la macchina differenziale con calcoli per artiglieria e rotte delle navi. In seguito Babbage progettò una nuova macchina chiamata  Analytical Engine in grado di fare  qualunque calcolo se l’uomo avesse dotato  il calcolatore delle istruzioni adatte». Macchina mai realizzata nonostante il dettagliato progetto. Ricordiamo che Charles Babbage (Londra 1791-1871) è stato matematico e filosofo.

 

«Alan Turing - così il sanremese - è stato il primo a sviluppare un calcolatore programmabile, meglio conosciuto come  'la macchina di Turing', ovvero un dispositivo informatico astratto che possiede tempo e spazio di archiviazione illimitati e capace di svolgere qualsiasi algoritmo risolvibile da un agente informatico, manipolandone i simboli». Alan Mathison Turing (1912, Londra – Wilmlow) è stato uno dei maggiori matematici del suo secolo, logico, crittografo e filosofo.

 

L'IA in ambito didattico e nell'inclusione

Ma come si può definire l'Ia? «L'Ia è un’area di ricerca tecnologica che ha come finalità la trasmissione di un’intelligenza antropomorfa a macchine che possono assistere gli esseri umani in diversi modi. L'Ia ha coinvolto diversi ambiti come l’ingegneria, la robotica, la matematica, la fisica e la medicina, comportando un notevole sviluppo, di cui oggi siamo testimoni; tuttavia, si tratta di un ambito molto complesso che si è evoluto significativamente negli ultimi anni e, dati i diversi studi che sono stati effettuati e che sono tuttora in corso, la stessa disciplina è stata divisa in due branche che differiscono per ciò che viene richiesto alle macchine di svolgere».

Scopriamo che esiste una Intelligenza artificiale "forte" e una Intelligenza artificiale "debole". «La ‘forte’ - spiega Cascino - anche chiamata 'scientifica' o 'simulazionistica' ha come finalità creare un computer programmato in modo tale da poter eseguire prestazioni intelligenti non distinguibili da quelle umane. La 'debole', chiamata anche 'tecnologica' o 'emulazionistica', non prende in considerazione la possibilità che un computer possa presentare autonomamente comportamenti intelligenti o addirittura pensare». Ci sono poi, nello studio di Cascino (in realtà la parte più importante) considerazioni sull'utilizzo in ambito didattico e nell'inclusione. Argomentazioni e spiegazioni molto tecniche destinate a una platea ristretta.

Marco Corradi

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