Festival 2022

Tim divorzia dal Festival di Sanremo, ma c'è la fila di nuovi sponsor

Lo scorso anno la società di telecomunicazioni ha messo sul piatto 8,5 milioni di euro come sponsor unico della kermesse.

Tim divorzia dal Festival di Sanremo, ma c'è la fila di nuovi sponsor
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Tim chiude il rapporto con il Festival di Sanremo

 

Tim e RAI interrompono la collaborazione

Il Messaggero svela la decisione della società, da pochi giorni guidata dal direttore generale Pietro Labriola a fianco del presidente Salvatore Rossi, di non rinnovare il supporto all'evento dopo cinque anni di collaborazione, di cui quattro come sponsor unico.

 

Lo scorso anno sponsorizzazione per 8,5milioni di euro

E una fonte vicina all’organizzazione del Festival, contestualmente, racconta ulteriori dettagli all’Adnkronos. “Niente spot con la voce di Mina o Amadeus in versione ballerino, durante le pause pubblicitarie del Festival di Sanremo 2022. Ma soprattutto niente soldi messi sul tavolo da parte della compagnia di telecomunicazioni”.  Lo scorso anno la sola Tim sborsò 8,5 milioni di euro e l’uscita di scena sarebbe legata ai recenti avvicendamenti alla guida della compagnia di telecomunicazioni con gli addii di Luca Josi (ex brand strategy, media e multimedia entertainment) e Luigi Gubitosi (ex amministratore delegato).

 

Secondo il quotidiano romano potrebbe fare un passo avanti Wind, compagnia con cui collabora Fiorello, sulla cui presenza al momento non ci sono certezze.

 

 

"C'è la fila"

A Viale Mazzini il clima sarebbe sereno: “Non ci sarà più Tim ma per sponsorizzare Sanremo 2022 c’è la fila“, ha spiegato una fonte vicina all’organizzazione del Festival all’Adnkronos: “Gli spazi pubblicitari legati a Sanremo sono sempre richiestissimi, non c’è nessuna preoccupazione.” Clima di ottimismo dovuto ai numeri record delle ultime edizioni che hanno garantito un bilancio largamente positivo tra costi e ricavi. Proprio il bis di Amadeus lo scorso anno aveva segnato il record con un fatturato pubblicitario per la kermesse di ben 38 milioni di euro, a fronte di costi per circa 13 milioni, portando nelle casse di Viale Mazzini più di 20 milioni di euro.

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