Un sanremese nella Repubblica dei Monaci
L'esperienza del professore Dario Daniele in un libro presentato ai Martedì Letterari. L'intervista

Ai Martedì Letterari del Casinò di Sanremo, nei giorni scorsi, il viaggio del professore Dario Daniele, storico docente di Cassini e Colombo, scrittore e ambientalista sanremese, nella Repubblica dei Monaci di Monte Athos, in Grecia. Il professore ha presentato il volume "Athos, viaggio nei monasteri della montagna senza tempo", un reportage che racconta delle sue due visite nell'affasciante enclave greca.
Un sanremese nella Repubblica dei Monaci: l'intervista a Dario Daniele dopo il viaggio al Monte Athos
Visitare il Monte Athos è un'esperienza, se non altro per l'unicità del luogo. Si tratta di una vera e propria Repubblica Monastica a cui il governo greco ha riconosciuto uno statuto di sostanziale autogoverno. Un luogo importante per la fede ortodossa, che conserva le tradizioni monastiche della confessione pressoché inalterate. Il territorio autonomo occupa gran parte della penisola omonima, nella Grecia Orientale ed è interamente circondato dal mare salvo una striscia di terra, a settentrione, che lo collega alla Macedonia Centrale. Abbiamo raggiunto il professore nel foyer del Casinò per un'intervista.
Professore, vuole parlarci del libro?
«Il libro è un reportage dei due viaggi che ho fatto lo scorso anno in un luogo veramente unico al mondo. Per accedere bisogna avere degli speciali permessi e mi ha permesso di vedere una realtà straordinaria, fare delle foto speciali e conoscere piuttosto bene quello che è il mone Athos, una Repubblica monastica autonoma autogovernata dagli stessi monaci dei 20 monasteri che si trovano lì. Sono monasteri di una bellezza incredibile, con la storia che trasuda dalle pareti, dalle rocce, dalle pietre. perché ha le sue origini nel settimo secolo dopo Cristo e esiste in questa formula da mille anni. E, le regole sono praticamente le stesse. Non c'è turismo ma è possibile visitare il luogo come Pellegrini, e questa è l'esperienza che ho fatto io, da un monastero all'altro».
Quando ha conosciuto la comunità del Monte Athos, cosa l'ha rapita di più?
«Una delle cose che mi ha colpito di più è la figura dell'eremita. Questi eremiti vivono in anfratti, in grotte, in casupola autocostruite alle pendici di questo monte alto 2033 metri a strapiombo sul mare. vedere e conoscere queste persone è stata una cosa incredibile. mi sono chiesto che fede smisurata devono avere queste persone per rinunciare alla loro vita- chiamiamola mondana- per rifugiarsi in una situazione così estrema. E' una delle cose in cui parlo nel libro ampiamente, perché mi ha colpito profondamente».
Un luogo che "obbliga" anche a guardarsi dentro...
«Andare sul Monte Athos è un'esperienza molto introspettiva, in qualche modo si viaggia anche dentro sé stessi, ci si mette in discussione e ci si interroga sulla fede. Perché si sente e lo dico da credente, la presenza del Divino molto vicina. Si comprende per quale ragioni è stato scelto un posto del genere, anche dal punto di vista naturalistico il posto è assolutamente meraviglioso. C'è una natura splendida e integra, con questo monte altissimo, queste foreste, l'assenza di strade, città e coltivazioni dove tutto è rimasto pressoché immutato d oltre mille anni».
Lei ha sempre viaggiato e coinvolto anche i suoi studenti nella scoperta di nuove culture, luoghi, esperienze. Quanto è importante il viaggio per formare una persona?
«Per me il viaggio è un aspetto fondamentale della mia vita. Ho sempre viaggiato fin da giovane e il viaggio rappresenta per me lo strumento più produttivo per raccogliere informazioni. Si vive fortemente il presente e si accumula una miriade di informazioni non solo culturali, ma anche olfattive, visive, uditive, per cui è come se in poco tempo milioni e milioni di input ci raggiungono. Una potenza che altri strumenti di comunicazione non possiedono».
Lo Stato Monastico.
Il Monte Athos merita un piccolo approfondimento, se non altro per il fascino che irradia.
La comunità monastica fu fondata da Atanasio l'Atonita. L'amministrazione del territorio è affidata a un collegio, la Sacra comunità, che riunisce i rappresentanti dei 20 monasteri atoniti, alle cui dipendenze vi è un comitato esecutivo di quattro membri, la Ierà Epistasìa, presieduta a rotazione dal rappresentante di un monastero, il Prōtos. La repubblica è soggetta alla giurisdizione ecclesiastica del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e a quella politica del ministero degli affari esteri greco: lo Stato greco è infatti rappresentato da un Governatore con l'incarico di sovrintendere alla amministrazione del territorio e di farne rispettare lo statuto, con responsabilità esclusiva per la salvaguardia dell'ordine pubblico e della sicurezza.
L'ingresso è sottoposto a una peculiare giurisdizione restrittiva: per entrarvi è infatti necessario uno speciale permesso di soggiorno, il Diamonītīrìōn che permette di visitare Monte Athos per 4 giorni. Si può comunque richiedere in loco un rinnovo per altri 2-3 giorni. Inoltre è vietato l'ingresso alle donne. Proprio per il timore che potesse portare alla rimozione di questo divieto, che ha dietro di sé una storia secolare, i monaci dello Athos si erano strenuamente opposti all'ingresso della Grecia nell'area Schengen. L'Unione postale universale (U.P.U.) ha autorizzato, nel 2008, l'emissione di propri francobolli al Monte Athos, pur nell'ambito delle carte valori della Grecia, al fine di valorizzare le tradizioni ortodosse e far conoscere i tesori artistici conservati da secoli nei monasteri. La bandiera è gialla con l'aquila bicipite coronata nera, mentre la sigla automobilistica è AO.
Davide Izetta