cadute tutte le accuse

Ristoratore assolto in appello. Cadono le accuse di usura, fine di un calvario

L'uomo, di origini albanesi, trascorse un anno in carcere per accuse dalle quali fu assolto già in primo grado. Ora la sentenza definitiva che lo scagiona completamente

Ristoratore assolto in appello. Cadono le accuse di usura, fine di un calvario
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Condannato in primo grado, a due anni e quattro mesi di reclusione e a una multa di seimila euro per usura, un ristoratore di origini albanesi, Dritan Idrizaj, è stato completamente scagionato in appello. Assolto perchè il fatto non costituisce reato. La vicenda era scaturita da un'inchiesta condotta dalla procura di Imperia, in particolare dalla denuncia di un ristoratore dianese, presso il quale Idrizaj aveva in passato lavorato. Ma già quelle accuse erano a suo tempo cadute in primo grado.

Non quelle che gli aveva rivolto un altro imperiese, Giuseppe Garibaldi, per le quali era stato condannato. Ma la fine del calvario giudiziario del ristoratore è arrivata il 13 luglio 2019, con l'assoluzione in secondo grado anche da quelle accuse.

Idrizaj era stato già assolto (perché il fatto non sussiste) dalle accuse di usura e truffa ai danni di un imprenditore, Celentano, reati per i quali - paradossalmente - era stato arrestato nel 2011 e aveva trascorso un anno di reclusione tra carcere e arresti domiciliari.

Assolto anche dall'accusa di estorsione nei confronti di una certa Carmela Marrella. Nel corso della requisitoria, i pm Stefania Brusa e Lorenzo Fornace avevano chiesto 3 anni di carcere. Idrizaj era difeso dagli avvocati Carlo Biondi e Marco Iovino, che hanno chiesto l'assoluzione.

Idrizaj finì in carcere, nel luglio del 2011. Furono i carabinieri di Imperia ad arrestarlo, dopo due anni di indagine. In manette, oltre all'albanese, gestore di esercizi di ristorazione tra cui una nota pizzeria di Pietra Ligure, finì pure: Lek Bibaj, all'epoca dei fatti imprenditore edile residente a Loano, successivamente tornato in Albania.

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