L'architetto Roberto Marino

Dalla Brianza al Principato di Monaco per realizzare interventi di arredo urbano

Ha realizzato un lavoro d'arredo urbano grazie all'uso di elementi dotati di verde naturale collocati in uno dei principali percorsi urbani

Dalla Brianza al Principato di Monaco per realizzare interventi di arredo urbano
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Dalla Brianza al Principato di Monaco

L'architetto Roberto Marino proveniente dalla Brianza ha realizzato nel Principato di Monaco un lavoro d'arredo urbano grazie all'uso di elementi dotati di verde naturale collocati lungo uno dei principali percorsi urbani e di margine con uno dei locali storici del luogo, nonché adiacente al tracciato reso famoso dalla formula uno (siamo in prossimità della curva del tabaccaio). “Questo lavoro - spiega - vuole proporsi anche come l’inizio di una nuova fase di approccio progettuale per la riqualificazione di tutti quegli spazi-luoghi privati e pubblici di piacere collettivo".

Crono-programma del lavoro intrapreso nel 2003, avente come tema l'ampio uso e rispetto del verde:

  1. restauro del viale dei cipressi all'interno della proprietà (Villa Crivelli – XVII sec.)
  2. restauro delle due terrazze (sempre all'interno della medesima proprietà. - di questi due lavori sono stati pubblicati su “La Provincia” e scritto da me e pubblicato dall'allora CLUP del Politecnico di Milano un testo ad uso degli studenti
  3. studio paesaggistico nell'immediato intorno della Villa Crivelli
  4. lavoro sopra descritto nel Principato di Monaco 

Il verde urbano dinamico

C' e' l'idea alquanto propositiva dell'architetto Roberto Marino, proveniente dalla Brianza, di dare inizio in maniera complementare ad un ampio uso del verde, proponendo nel Principato di Monaco taluni complementi architettonici mediante i quali  eludere il significato e l'uso tradizionale di determinati apparati compositivi di definizione morfologica del tessuto urbano.   

Si tratta di ridefinire una tridimensionalità anti-prospettica attraverso elementi di divisione spaziale tra luogo pubblico e privato capaci di offrire una visione organica di un ambiente nel suo insieme. (architettura organica – F.L. Wright)

 Gli elementi qui proposti sono involucri metallici composti da un vano per contenere una vetrata sali-scendi posti all'interno di un'apposita intercapedine e di un volume interno all'involucro per il contenimento del terriccio per la piantumazione del verde naturale.

L'insieme di questi elementi così composti, fa si che ci sia la riservatezza dello spazio privato da quello pubblico e viceversa, senza interporre barriere di intrusione fortemente antiestetiche e di divisione materica dell'ambiente visivo da e per lo spazio,  anzi lo spazio  - luogo  dell'insieme paesistico.

Quindi, l'uomo al centro dello spazio quale referente principale del progetto in grado di suggerire e da cui dare inizio a nuove soluzioni tecniche-costruttive propositive; dando un “senso”,  secondo l'accezione filosofica per il quale si vuole favorire una direzione, un punto verso il quale orientare la visione, sensibilizzando le capacità cognitive di ogni soggetto  rivolte a  tutti gli aspetti  dell'intero patrimonio vivibile: la città.

Pertanto, un elemento: la fioriera, assume un nuovo significato?

Certo!  Poiché, la composizione degli elementi qui proposti nel suo insieme, oltre a garantire la normale divisione dello spazio, facilitano una maggior scansione spaziale dei luoghi, che diventano luoghi urbani, i quali per loro stessa natura necessitano di presenze  vive  in grado di mutare col  trascorrere delle stagioni. 

Del resto, basti pensare al mutare delle piante  quindi,  la complementarietà del vetro sali-scendi ed il verde naturale adottato, costituiscono un insieme tipologico  e di arredo urbano nella sua completezza: entrambi sono in movimento, partecipano attivamente al benessere  dell' uomo ed al piacere collettivo definendo percorsi verdi urbani sotto l'aspetto  climatico, tattile, di piacevole percezione e di necessaria presenza della natura.

Quindi, anche la singola e fino ad oggi semplice fioriera assume un nuovo significato che è quello di partecipazione diretta, attiva,  per la definizione morfologica dell' ambiente vissuto. Un ambiente che non deve solo essere diviso da elementi fisici statici, ma gli stessi devono  assumere valori più ampi, di coerenza con la vita... poiché  essi stessi modellano e definiscono gli spazi della nostra vita!

Credo e mi auguro di essere riuscito nel mio intento progettuale che vuole semplicemente essere propositivo e strumento di piacere collettivo intorno al quale favorire nuove riflessioni anche personali e verso nuove soluzioni per l'intera collettiva.

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