In centinaia ai funerali di Codarri (Spes), il parroco: "Abbiamo perso la voce di un profeta"
Centinaia di persone si sono strette, questo pomeriggio, alla chiesa di Sant’Agostino, di Ventimiglia, attorno all feretro di Luciano Codarri

Centinaia di persone si sono strette, questo pomeriggio, alla chiesa di Sant’Agostino, di Ventimiglia, attorno all feretro di Luciano Codarri, il patron della Spes di Roverino - l’associazione che da anni aiuta i disabili e le loro fa moglie - che si è spento all’età di 82 anni.
La messa è stata celebrata dal parroco Ferruccio Bortolotto. “Abbiamo perso una voce, abbiamo perso la voce di un profeta, abbiamo perso la voce di un uomo le cui opere parlano e restano”, ha detto nella sua omelia.
Codarri era stato prete, ma aveva abbandonato l’abito talare nel 1975
dopo essere entrato nella Cgil, e in particolare nella Camera del Lavoro, dove ha intrapreso la sua campagna di sostegno ai più fragili. A rendergli l’estremo saluto c’erano anche tanti ragazzi, che ha assistito in questi anni assieme al gruppo di volontari e assistenti della Spes. “Tutto quello che ha fatto parlava di speranza - ha aggiunto don Ferruccio -. Il nome che ha dato alla sua opera principale (Spes, ndr) non è qualcosa di esteriore, era la speranza che poteva dare a quei ragazzi, e soprattutto era quel brillio nei suoi occhi pensando alla nuova speranza che poteva dare alle famiglie di quei ragazzi.
"Luciano era un uomo pragmatico, pratico. È stato capace di costruire un sistema di prossimità, è stato capace di realizzare quello che Gesù ci dice di fare. Era anche un uomo graffiante. In uno degli ultimi incontri, mi ha detto 'penso che tu sia un eretico. Gli eretici sono convinti di essere ortodossi. Però questo mi permette di stimarla molto'. E' un complimento che accetto ben volentieri da Luciano”.
Fabrizio Tenerelli


