L'addio all'alpino Ramoino, 75 anni dopo la morte in Russia
Alpino: sono stati celebrati, stamani, a Pontedassio alla presenza delle massime cariche istituzionali e a settantacinque anni di distanza dalla morte

Alpino
Sono stati celebrati, stamani, a Pontedassio alla presenza delle massime cariche istituzionali, a circa settantacinque anni di distanza dalla morte, i funerali dell'alpino Pietro Ramoino, caduto durante la tragica Ritirata di Russia e le cui spoglie sono rientrate in Italia soltanto nel giugno scorso. Ramoino, che era dislocato nella periferia di Rossosch, aveva 22 anni, quando venne dato per disperso.
I suoi resti
sono rientrati in Italia - a Cargnacco (Udine) - il 23 giugno scorso assieme a quelli di altri cento soldati italiani, ma soltanto per sei di loro è avvenuto il riconoscimento grazie alla placca militare e ai brandelli della divisa abbinata. La cerimonia si è aperta alle 9.30 con una messa. Alle 11.30 è prevista la sepoltura nella cripta della cappella. Presenti, oltre a Bianca, sorella di Pietro, anche il prefetto di Imperia, Silvana Tizzano, il sindaco Franco Ardissone; il generale Marcello Bellacicco, vicecomandante delle truppe Alpine e delegazioni degli Alpini.
"Non si sono più avute sue notizie dal 1943 - spiega Gianpaolo Nichele del Gruppo Alpini di Pontedassio che ha organizzato la cerimonia - quando c'è stato il ripiegamento degli italiani dal fronte orientale. Poi, grazie anche al contributo dell'alpino Ferdinando Sovran, che si occupa di riportare in Italia le salme dei nostri soldati, siamo riusciti a identificare e recuperare le spoglie del nostro soldato, partito come autiere per il fronte e mai più tornato".
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