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l'imprenditore morto a bussaba
Lettera a Carlo Ghilardi dal "tuo nipote dai capelli di radici di cipolla". Venerdì l'addio a Bussana
Il bel ricordo dello zio, fondatore di Idroedile e imprenditore lungimirante, scritto dal nipote Francesco Ghilardi

Una bellissima lettera dedica all'amato zio quella pubblicata nelle scorse ore da Francesco Ghilardi, nipote dell'imprenditore Carlo Ghilardi, fondatore 50 anni fa della Idroedil di Sanremo, morto ieri mattina nella sua abitazione di Bussana. Il funerale di Carlo Ghilardi è in programma domani, venerdì 4 luglio, alle ore 16, nella chiesa del Sacro Cuore di Bussana. Ad annunciarlo la figlia Barbara: "Caro papà questa mattina sei volato nel cielo! Sicuramente troverai da lavorare anche nella casa di Gesù. Ci lasci un vuoto immenso".
La lettera allo zio di Francesco Ghilardi
Ciao a tutti.
Me lo avete chiesto in tantissimi, e così...
oggi voglio condividere un pensiero su mio zio Carlo Ghilardi, un imprenditore straordinario che ha lasciato un’impronta indelebile nel nostro territorio e nei nostri cuori.
Carlo non era solo un uomo d'affari; era un visionario con un'energia contagiosa e una passione per il lavoro che ispirava tutti coloro che lo circondavano. Ispirava entusiasmo e contemporaneamente era solido, come una roccia su cui appoggiarsi con sicurezza. Mix raro e irresistibile.
La sua formazione bergamasca gli ha donato una straordinaria capacità di organizzazione e una grande etica del lavoro. Ma ciò che lo contraddistingueva era la sua visione sintetica degli obiettivi. Con me, laureato in filosofia, amava discutere delle strategie da adottare, esplorando insieme l'analisi logica alla base dei suoi progetti.
Veniva a trovarmi la sera in ufficio, mi sorrideva con gli occhi lucidi, mi diceva “Francesco, cosa ne pensi di questa cosa qua?”. E giù a pensare e a fare schemi per ore. Creavamo mondi.
Era un innovatore naturale, capace di anticipare le conclusioni prima di chiunque altro, trovando sempre soluzioni creative e complementari.
Carlo ha operato in vari settori, dalle tecnologie green all'edilizia, dimostrando che non servono grandi studi per avere successo; ciò che conta è la forza motrice interiore che spinge a perseguire i propri sogni. È stato ricevuto due volte dai Papi e ha incontrato ministri e funzionari di tutto il mondo, un uomo che ha dedicato parte della sua vita alla beneficenza, sempre pronto a tendere una mano a chi ne aveva bisogno.
Noi, la sua famiglia, per lui eravamo come ingranaggi di un grande meccanismo che lo sosteneva nel raggiungimento di obiettivi condivisi. La sua generosità, soprattutto verso gli estranei, era un tratto distintivo della sua personalità. Sebbene a volte si sia fidato più di persone esterne che dei suoi familiari, questo non ha mai diminuito il nostro affetto per lui. Dava una possibilità alle persone che riteneva degne di fiducia.
Qualcuno la meritava, altri no. Ma era magnanimo anche quando scopriva che le persone cui aveva dato fiducia lo avevano deluso.
Carlo era, in tutto e per tutto, un imprenditore vecchio stile, capace di costruire relazioni e comunità attorno ai suoi progetti.
Oggi, tuo nipote ricorda un grande uomo, un innovatore e un generoso benefattore. La sua eredità vive in noi, la sento forte dentro di me, e il suo spirito continuerà a ispirarci nelle nostre vite.
Il tuo nipote “dai capelli di radici di cipolla” come mi chiamavi sempre tu da bambino, mentre mi sorridevi, non ti dimenticherà mai.