L'Italia vince la "guerra" contro la Francia per la pesca al gambero rosso

I fatti risalgono al dicembre 2014 e al gennaio del 2015, quando il pescatore Calogero Volpe, viene contravvenzionato dalle autorità francesi - che successivamente hanno trasmesso gli atti giudiziari alla collaterale autorità italiana - per aver violato i confini, in base alle disposizioni di un regolamento del 1892.

L'Italia vince la "guerra" contro la Francia per la pesca al gambero rosso
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Pesca al gambero rosso

L'Italia vince la guerra contro la Francia

L'Italia vince la "guerra" con la Francia per la al gambero rosso, con una sentenza del giudice monocratico Daniela Gamba del tribunale di Imperia (emessa nel febbraio scorso), passata in giudicato, che assolve un pescatore di Sanremo raggiunto da due decreti penali di condanna del valore di duemila euro ciascuno, per aver pescato illegalmente oltreconfine.

I fatti

I fatti risalgono al dicembre 2014 e al gennaio del 2015, quando il pescatore Calogero Volpe, viene contravvenzionato dalle autorità francesi - che successivamente hanno trasmesso gli atti giudiziari alla collaterale autorità italiana - per aver violato i confini, in base alle disposizioni di un regolamento del 1892. Assistito dall'avvocato Pier Mario Telmon, il pescatore ha dimostrato non solo che la pesca era avvenuta in acque italiane e non francesi, ma anche l'insussistenza del regolamento del 1892, in quanto si trattava di una semplice intesa di fatto, mai approvata o riconosciuta.

Il regolamento dell'Unione Europea

Ma non è tutto. La difesa di Volpe ha anche prodotto un regolamento dell'Unione Europea, del 2013, che fissa il principio della libera pesca in tutte le acque dell'Ue, con la possibilità di introdurre alcune limitazioni nei Paesi confinanti che la Francia, tuttavia, non ha mai richiesto. "Va innanzitutto detto che il mio assistito non ha mai pescato oltreconfine - spiega l'avvocato Telmon -. In Francia si è limitato soltanto a effettuare manovra per stendere le reti da strascico, della lunghezza di circa un chilometro e duecento metri, che servivano per pescare in Italia, nel cosiddetto 'canyon del cimitero'".

Le conclusioni del legale

Prosegue il legale: "Ma anche se avesse pescato in Francia, non avrebbe commesso reato. Il mio cliente ha voluto presentare opposizione a questi due decreti penali, non tanto per il valore in sé delle contravvenzioni, quanto per porre fine all'annosa diatriba".

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