INDAGINE DELL'ANTIMAFIA

Mafia: operazione Grande Carro, 2 arresti anche a Camporosso

Due arresti sono stati eseguiti anche a Camporosso, nell'ambito dell'operazione "Grande Carro", condotta dai carabinieri del Ros

Mafia: operazione Grande Carro, 2 arresti anche a Camporosso
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Due arresti sono stati eseguiti anche a Camporosso, nell'ambito dell'operazione "Grande Carro", condotta dai carabinieri del Ros e del Comando tutela ambientale, che su disposizione della Dda di Bari hanno eseguito 48 misure cautelari (41 in carcere e 7 ai domiciliari) per aver favorito le attività di un'organizzazione mafiosa.

Tra i vari capi di accusa, a vario titolo, anche associazione di tipo mafioso

Le accuse nei confronti dei destinatari delle ordinanze, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche anche dell'Unione Europea.

"La proiezione internazionale ha evidenziato come la criminalità organizzata sia andata ancora una volta a dirigersi e posizionarsi in quei Paesi nei quali è minore la resistenza e più debole la legge - ha affermato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho - quindi abbiamo Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, laddove sono state sviluppate indagini grazie alla collaborazione che questi Paesi hanno dato".

L’indagine ha individuato un sistema di truffe

finalizzate all’indebita percezione dei fondi per l’agricoltura dell’Unione Europea. Gli indagati,  sono riusciti a percepire indebitamente, tra il 2013 ed il 2018, contributi per complessivi 13,5 milioni di euro, veicolati attraverso i Progetti integrati di filiera (Pif).

I provvedimenti sono partiti da un’indagine avviata dal Ros

che – dopo la cattura del latitante Francesco Russo in Romania – si è concentrata sulle dinamiche criminali riconducibili alla “Batteria Sinesi-Francavilla” della Società foggiana, organizzazione mafiosa sviluppatasi alla fine degli anni ’80 nella Provincia di Foggia, la cui esistenza è stata giudiziariamente accertata da numerose sentenze passate in giudicato. Strutturata in “batterie”, nel corso degli anni, il sodalizio ha subito un fenomeno di modernizzazione criminale che lo ha portato ad orientarsi verso un più evoluto modello di “mafia degli affari”.

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