“Mio figlio è paralizzato, ma nessuno ci aiuta”: l’appello disperato di una madre
Una madre affranta, un figlio di 31 anni su una sedia a rotelle, e un grido d’aiuto che chiede solo dignità

Una madre affranta, un figlio di 31 anni su una sedia a rotelle, e un grido d’aiuto che chiede solo dignità. Valentyna Bulavytska, nata in Moldavia e residente a Imperia in via Felice Cascione, racconta la sua battaglia quotidiana con un sistema che sembra averli dimenticati.
“Tutto è cambiato il 27 marzo 2024”
scrive in una lettera accorata. Quel giorno suo figlio, cittadino ucraino, è precipitato da un tetto ed è rimasto paralizzato. Da allora vive su una carrozzina. Ma il dramma dell’incidente si è subito intrecciato con l’impossibilità concreta di accedere a cure e servizi basilari.
“Abitiamo al terzo piano di un vecchio palazzo senza ascensore – racconta Valentyna – e la carrozzina non riesce a girare sulle scale”. Quando il ragazzo è stato male, perfino gli operatori della Croce Bianca non sono riusciti a portarlo fuori. Solo l’intervento dei Vigili del Fuoco ha permesso il trasferimento in ospedale.
La disperata ricerca
Da allora, la madre cerca disperatamente una casa a pianterreno o con un ascensore adatto, ma senza successo. “Con gli affitti brevi e stagionali, e il fatto che siamo stranieri, non abbiamo trovato nulla. Non chiediamo la carità – sottolinea – vogliamo solo poter pagare un affitto per un’abitazione accessibile”.
Le istituzioni, dice, si rimbalzano la responsabilità
“Ho parlato con gli assistenti sociali, con l’assessore alla salute, con Arte che gestisce le case popolari. Tutti mi dicono di aspettare”. E la vita va avanti tra ostacoli enormi. Il permesso di soggiorno è in attesa di rinnovo da tre mesi, nonostante l’urgenza per motivi di salute. “Mi avevano detto che ci sarebbero voluti dieci giorni”.
La pensione di invalidità è di appena 330 euro
mentre le spese per la gestione di una disabilità così grave sono insostenibili. “Siamo immigrati regolari, lavoriamo, paghiamo le tasse. Ma ci sentiamo abbandonati”.
"Mio figlio non vede la luce del sole"
Il figlio, denuncia, non esce da mesi, non vede la luce del sole. “E come potete immaginare, senza una vita sociale, sta impazzendo. Non chiedo soldi, ma un aiuto concreto per restituirgli un briciolo di vita dignitosa”.
Un appello accorato che Valentyna ha voluto condividere pubblicamente, nella speranza che qualcuno ascolti.