CRIMINAITA' ORGANIZZATA

'Ndrangheta: chiesti 11 rinvii a giudizio dalla Dda di Genova per l'operazione Ponente Forever

Undici richieste di rinvio a giudizio sono state depositate nei confronti di altrettanti imputati dell'operazione "Ponente Forever"

'Ndrangheta: chiesti 11 rinvii a giudizio dalla Dda di Genova per l'operazione Ponente Forever
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I pm della Dda di Genova hanno chiesto undici rinvii a giudizio

Undici richieste di rinvio a giudizio sono state depositate dai pubblici ministeri della Dda di Genova, marco Zocco e Giovanni Arena, nei confronti di altrettanti imputati dell'operazione "Ponente Forever" contro la 'ndrangheta in provincia di Imperia.

Destinatari della richiesta sono: Simone Calvini, 46 anni, nato e residente a Sanremo; Axel Carbone, 25 anni, nato a Nizza e residente a Sanremo; Luca Colombi, 43 anni, nato e residente a Sanremo; Giuseppe Di Giorno, 50 anni, nato e residente a Sanremo; Walter Gambeggi, 33 anni, Cuneo; Armand Kercuku, 33 anni, nato in Albania, residente a Parma; Domenico Magnoli, 40 anni, nato a Cannes e residente a Valbonne in Francia; Carmelo Sgrò, 38 anni, nato a Oppido Mamertina (Reggio Calabria) e residente a Sanremo; Jacopo Vargiu, 25 anni, nato a Ciriè (Torino) e residente a Boissano (Savona); Raffaele Vitale, 50 anni, di Sanremo; Alfonso Gallico, 24 anni, di Palmi (Reggio Calabria), residente a Selvazzano Dentro (Pordenone).

L'operazione è scattata, nel settembre del 2020

dopo diciotto mesi di indagini, ad opera dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Imperia, con la Gendarmerie Nationale di Marsiglia e Parigi. Gli imputati italiani sono tutti indagati, a vario titolo, di reati che vanno dal concorso in associazione per delinquere di stampo mafioso, al traffico di stupefacenti e armi e al favoreggiamento.

I francesi sono, invece, accusati di banda armata, traffico di armi e stupefacenti e rapina. L'unico al quale viene contestata l'aggravante di tipo mafioso è Carmelo Sgrò, 38 anni, accusato di aver favorito la latitanza di Filippo Morgante, 50 anni, ritenuto esponente di spicco della cosca Gallico, condannato a 18 anni di carcere per associazione mafiosa, minaccia, detenzione di armi e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Il nome di Sgrò compare anche nel filone che mira a far luce su un traffico di droga: soprattutto cocaina, hascish e marijuana e armi, anche da guerra come Skorpion e AK 47 (Kalashnikov).

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