Personaggio: Adolfo Capponi campanaro a 84 anni

Il mestiere di suonare con a mano le campane sta scomparendo quasi ovunque e Capponi è uno degli ultimi a conservare i segreti di questa arte

Personaggio: Adolfo Capponi campanaro a 84 anni
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Nel piccolo borgo di Castellaro, nell'immediato entroterra della Villaregia, tra Riva Ligure e Taggia, sopravvive una tradizione antica che ha il carattere di un pezzo di storia.

Adolfo Capponi suona le campane del paese

Fino a due anni fa, Adolfo Capponi, 84 anni, da sempre residente a Castellaro, era il campanaro del paese (in realtà lo è ancora, ma non suona più con le corde, all'antica, ma con l'ausilio dei pulsanti). Il mestiere di suonare con a mano le campane, infatti, sta scomparendo quasi ovunque, e Capponi è uno degli ultimi a conservare i segreti di questa arte. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare i dettagli di questo mestiere antico e per ripercorrere insieme, al suono delle campane, vere vere proprie tappe della sua storia.

Allora signor Capponi, ci racconti qualcosa del suo mestiere così antico...

"Pensi, io ho 84 anni. Prima di me suonava le campane di Castellaro la buon'anima di mio padre, prima di lui mio nonno e in testa alla dinastia della mia famiglia di campanari siede il mio bisnonno. Nell'Ottocento era lui a far cantare il campanile. Quando si sale in cima alla torre ci sono le corde da tirare, quella della campana piccola (suona a mezzogiorno nei giorni feriali), quella della media e quella della grande, la più grave. È tutto un gioco di botta e risposta tra i tre strumenti che tra l'altro a Castellaro sono perfettamente intonati. Non ce ne sono così tanti in provincia di Imperia. Ormai le campane sono quasi tutte automatizzate, al posto delle corde ci sono i pulsanti. Le tonalità sono le stesse, ma non cantano più come una volta".

Quando ha suonato la sua prima campana?

"Avevo otto anni (ride, ndr). Durante la messa della domenica scappai da mio padre e mi inerpicai fin sopra al campanile e cominciai a suonare. Mio padre era spaventato, il campanile è pur sempre una torre alta, ma vide che ero perfettamente a mio agio e mi insegnò il mestiere. Da allora ho sempre suonato le campane di Castellaro a mano, fino a due anni fa quando sono state automatizzate".

In quali occasioni suona le campane della chiesa?

"Ah, è questo il bello. Si suonano "in grande" ad ogni festa precettata di Castellaro. La festa di Lampedusa, la Concezione, San Pietro, sono tutte feste che vengono accompagnate dal suono festante delle campane. Oltre, ma facciamo le corna (ride ancora, ndr), durante i funerali quando suonano a morto".

C'è un aneddoto che ricorda con particolare piacere?

"Ce n'è uno che ricordo con particolare piacere. Non riguarda solo il mio piccolo paese, ma l'Italia intera. Credo che qualsiasi chiesa d'Italia abbia partecipato. Parlo di quando finì la Seconda Guerra Mondiale e tutti suonammo le campane "in distesa". Era il canto gioioso di una nazione finalmente libera dall'ombra del conflitto. Mi emoziono abbiamo ancora oggi solo a pensarci".

E ci emozioniamo anche a noi solo ad immaginare il suono di quelle campane e di tutte quelle che hanno suonato, con l'ausilio delle mani, nel corso degli anni. Anche grazie al signor Capponi.

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