Porto Vecchio: il candidato di Fratelli d'Italia Giuseppe La Rocca spiega perchè critica la scelta di Lagorio

"Un'opera che peserà anche sulle tasche dei sanremesi"

Porto Vecchio: il candidato di Fratelli d'Italia Giuseppe La Rocca spiega perchè critica la scelta di Lagorio
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Porto Vecchio: il candidato di Fratelli d'Italia Giuseppe La Rocca spiega perchè critica la scelta di Lagorio

"Un'opera che peserà anche sulle tasche dei sanremesi"

Quale cittadino di Sanremo e candidato al consiglio Comunale scrivo queste mie considerazioni sulla riqualificazione del “porto vecchio”.

Preliminarmente sottolineo, visto il clima elettorale poco sereno, che le critiche riportate sono rivolte agli atti amministrativi e non alle persone che li hanno assunti.

La riqualificazione del “porto vecchio” è annoverata dal candidato Sindaco (e Sindaco uscente), Alberto Biancheri, tra le opere avviate durante il suo “governo”. L’intervento suddetto interessa non solo l’area portuale in senso stretto, la cui proprietà è del Demanio, ma anche la cosiddetta “zona dei baretti”, i quali invece appartengono al Patrimonio del Comune. Questa distinzione, come sarà spiegato più avanti, è molto importante.

L’intervento che verrà realizzato è stato ideato dal “gruppo Lagorio-Azimut” il cui progetto ha prevalso rispetto agli altri due ricevuti dal Comune, solo perché, prevedendo la costruzione di un tunnel sotto l’attuale via Nino Bixio e consentendo quindi la creazione di una zona pedonale in grado di unire piazza Bresca e il “porto vecchio”, risulta in linea con la visione di città dell’Amministrazione uscente. La scelta (delibera di Giunta del 15 gennaio 2019) quindi si è basata esclusivamente su ragioni di tipo “urbanistico”.

La legittima attenzione rivolta da parte dell’Amministrazione uscente a tale profilo tuttavia sembra aver fatto perdere di vista alla stessa l’aspetto economico che dovrebbe avere almeno pari dignità, perché il fatto che l’opera sarà realizzata dal privato, reperendo le risorse mediante il cosiddetto “project financing”, non vuol dire che essa sarà gratuita per i cittadini sanremesi. Anzi.

In effetti, nella versione attualmente conosciuta, il progetto “vincente” genera grandi extra profitti per il proponente e pare, in base a quanto comunicato verbalmente dagli uffici comunali, che esso, per tali motivi, sia stato oggetto di modifica al fine di adeguarlo alle previsioni dell’ANAC (Autorità anticorruzione), come stabilito dalla citata delibera di Giunta.

Non è detto però che a seguito di tali modifiche siano stati eliminati tutti gli aspetti (economici) che suscitano perplessità. Ad esempio non è dato sapere, se sia stata condotta o meno “l’analisi di sensitività” che la società CONTECO CHECK srl (alla quale il Comune ha affidato la valutazione dei tre progetti) aveva consigliato di effettuare. In effetti, nella citata Delibera di Giunta del 15 gennaio 2019, con la quale è stata effettuata la scelta e sono state richieste alcune modifiche al progetto scelto, essa non viene menzionata. Precisamente la società CONTECO, dato atto che i ricavi derivanti dai posti barca indicati dal proponente sono determinati in base a prezzi che sono pari al 50% di quelli praticati nei porti limitrofi della Costa azzurra, nella nota 3 del proprio parere, ritiene che ”i valori tariffari indicati sono sottostimati rispetto a porti limitrofi francesi e allineati alle tariffe applicate in contesti più ridotti lungo la costiera ligure” e che “la voce di ricavo più significativa … è rappresentata dalle locazioni annuali di posti barca, di cui gli importi indicati nel PEF relativi alle imbarcazioni di grande dimensione sono stimati ad un tasso di occupazione del 75%. Considerando la localizzazione e la domanda di mercato sarebbe auspicabile effettuare un’analisi di sensitività che preveda un tasso di occupazione maggiore rispetto anche a tariffe diverse” e, nella nota 11, “consiglia di corredare la proposta con una adeguata analisi di sensitività” in considerazione del fatto che vi sono “numerose variabili assunte nella determinazione dei ricavi e dei costi di gestione (tariffe applicate, stime costi, tassi di occupazione, etc)”. Se si confrontano i valori di tali ricavi indicati nella “proposta vincente” con quelli risultanti da una delle altre, la necessità di tale analisi pare particolarmente importante.

Vi sono poi oneri (monetari e non) per la collettività.

Innanzi tutto il privato proponente ha richiesto, in cambio dell’effettuazione dell’intervento, la concessione, per 65 anni (di cui quattro per il completamento dei lavori), della quasi totalità degli spazi del porto (banchine, moli, ecc), della totalità dei “baretti”, del parcheggio sotterraneo (che in base al progetto verrebbe ricavato nella zona dell’intervento) e dei parcheggi “a raso”. Ciò significa che, quando la concessione scadrà e i beni ritorneranno nella disponibilità di Comune e Demanio, i nostri figli oggi diciottenni avranno 83 anni!

Parlando di concessione assume rilevanza la distinzione tra i beni demaniali e quelli comunali di cui si è detto nell’introduzione. Infatti dalla documentazione esaminata risulta che le opere previste sul demanio marittimo non sono di entità tale da giustificare una concessione dell’area portuale (intesa in senso stretto) così lunga nel tempo, ma che tale richiesta potrebbe essere eventualmente considerata come contropartita per le opere a terra (tunnel, parcheggio e “baretti”, per sintetizzare). A tale proposito il RUP, Ing. Burastero (funzionario del Comune), dichiara che la Regione, competente in materia di concessione dell’area portuale, ritiene tale aspetto non critico. Tuttavia, dalle informazioni assunte presso la stessa Regione, risulta che il progetto in questione non sia stato formalmente presentato ad Essa e ciò significa, evidentemente e ovviamente, che la Regione non ha espresso il proprio parere ufficiale sulla parte di tale progetto che la riguarda!

Inoltre per realizzare il tunnel sotterraneo e il parcheggio (che, si ripete, sarà dato in concessione al privato) saranno necessari almeno 2 anni da quando i progetti degli stessi saranno stati approvati (ad oggi risulta che non vi siano neppure). Per la durata suddetta vi sarà un cantiere nel cuore della città, in uno dei luoghi maggiormente frequentati e apprezzati dai turisti e dai residenti, e soprattutto le attività economiche (i “baretti”) saranno chiuse, con conseguente perdita dei posti di lavoro (almeno 100) per il periodo indicato.

Non bastasse, il parcheggio interrato, come risulta dalla documentazione consultata, non sarà a rotazione (cioè destinato ai turisti o a chi risiede al di fuori del centro cittadino o nei paesi limitrofi) perché i posti auto (meglio le concessioni degli stessi) saranno tutti venduti! Ora, preso atto che nella relazione del citato RUP è scritto che i posti auto così ricavati (110) sostituiranno quelli perduti con la pedonalizzazione di parte di via Bixio, in realtà il numero dei posteggi a disposizione “di tutti” diminuirà e quindi, sotto questo aspetto, la città non ricaverà alcun beneficio e il “sacrificio” delle attività economiche non pare giustificabile.

E poi, i “baretti” di nuova costruzione, una volta ultimati saranno dati in concessione, al privato che li avrà realizzati, per 61 anni, come detto. Valutando che gli attuali concessionari versano, oggi, al Comune un canone complessivo di 150.000 – 180.000 € annui per i soli chioschi (esclusa la TOSAP per i dehor, quindi), l’Ente rinuncia ad un introito totale, per la durata della concessione, di almeno 10 milioni di euro circa (senza tenere conto dell’indicizzazione ISTAT). A fronte di ciò è evidente che dovranno essere reperite nuove entrate (che vuol dire in linea di massima maggiori imposte e/o servizi più costosi), salvo che non vengano parimenti ridotte le spese (magari tagliando dei servizi).

E ancora, i pescatori professionisti saranno confinati in una zona ristretta dove sarà più complesso effettuare le manovre di ormeggio e riparare le attrezzature necessarie per la pesca. Ciò significa che lo svolgimento di questa attività economica sarà reso più difficoltoso. Ricordo, per inciso, che i pescatori professionisti, i quali operano sulla diga foranea, ossia nella zona del porto maggiormente degradata (e che quindi più necessita di un intervento), avevano chiesto nel settembre del 2016 al Comune di accedere alle risorse del Fondo FEAMP 2014-2020 in modo da realizzare interventi atti a migliorare le proprie condizioni lavorative, rimanendo inascoltati.

Infine il “porto vecchio” sarà trasformato in un porto turistico e perderà la sua tipicità. Certo a fronte delle problematiche sin qui esposte potrebbe non essere considerato l’aspetto più grave, però molti residenti (incluso il sottoscritto) e soprattutto i turisti apprezzano molto l’attuale porto storico con i “gozzi” e le piccole imbarcazioni, nonostante esso necessiti evidentemente di interventi soprattutto, si ripete, sulla diga foranea e nell’area dell’ex cantiere navale dismesso. Il fatto che il proponente abbia accolto l’indicazione della Giunta di “collocare” imbarcazioni di “limitata altezza” nella zona antistante i “baretti” per non ridurre il cono visivo degli avventori, apprezzabile pur nella sua genericità e quindi potenzialmente atto a generare un’interpretazione di parte, non cambia lo stato delle cose.

Concludendo, il conto che i cittadini sanremesi sono chiamati a pagare per la riqualificazione dell’area portuale concepita dall’Amministrazione uscente appare troppo salato.

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