PROSTITUZIONE: POLIZIA CHIUDE 8 CASE SQUILLO A VENTIMIGLIA E VALLECROSIA/ CLIENTI ASCOLTATI COME TESTIMONI

PROSTITUZIONE: POLIZIA CHIUDE 8 CASE SQUILLO A VENTIMIGLIA E VALLECROSIA/ CLIENTI ASCOLTATI COME TESTIMONI
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Ventimiglia - Otto case di appuntamento sono state individuate dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, in due mesi di indagini, conclusesi con l'identificazione di undici persone. Quattro, inoltre, la persone indagate per favoreggiamento della prostituzione, una per favoreggiamento personale. Le "alcove" sorgevano in diversi punti della città, in appartamenti di Vallecrosia e Ventimiglia, con regolare contratto di affitto. In alcuni casi, i poliziotti si sono mascherati da clienti.

Tra le persone dedite all'attività a luci rosse c'erano: tre donne italiane e sette straniere - provenienti dalla Bulgaria, Venezuela, Colombia, Brasile Romania, Repubblica Dominicana - tutte tra i 30 e i 40 anni e un giovane trans colombiano. Nel corso dell'indagine è stato anche scoperto un altro sito a luci rosse, ricavato in un anfratto sul greto del fiume Roja, in mezzo a rifiuti di ogni genere, dove i clienti, prevalentemente persone molto anziane, venivano accompagnati.

E mentre in quest'ultimo caso le tariffe andavano dai 5 ai 15 euro, a seconda della prestazioni richieste; negli appartamenti - tutte affittati da locatori poi risultati essere all'oscuro - si andava da 50 a 150 euro. Diversa l'oggettistica per adulti sequestrata durante le perquisizioni. Tutte le donne identificate hanno confermato di prostituirsi per soddisfare impellenti esigenze economiche e hanno ammesso di avere ricevuto numerosi clienti, alcuni dei quali sono stati ascoltati come testimoni.

Una colombiana, con permesso di soggiorno rilasciato in Spagna, è caduta nella rete dei controlli della Polizia di Ventimiglia per la seconda volta in pochi mesi. Altra particolarità: una bulgara di 26 anni, proveniente dalla Spagna, è risultata essere madre di 4 figli e in attesa del quinto. I clienti venivano adescati tramite fantasiose inserzioni sui siti internet nei quali erano indicati i nomi d'arte delle "escort": Luna, Sama, Karen, Ashley ed Esmeralda. Gli alloggi sorgevano quasi sempre in zone periferiche ma densamente abitate e vicine a strade piuttosto frequentate. Le donne sono risultate disoccupate e dedite a tempo pieno alla prostituzione.

Accusate di favoreggiamento della prostituzione ci sono: una donna venezuelana, di 35 anni, risultata essere l'affittuaria dell'appartamento utilizzato dalle ragazze; un muratore ventimigliese, di 37 anni, che, insieme alla convivente brasiliana, trentaquattrenne, aveva locato l'alloggio utilizzato per ricevere i "clienti".

E poi: un informatico di 43 anni, originario di Torino, che oltre ad essere il titolare del contratto di locazione aveva anche provveduto alle inserzioni pubblicitarie sui siti internet per adulti, il quale si è vantato con gli agenti di essere ben inserito nel mondo del cinema a luci rosse e di conoscere personalmente le più famose pornostar del momento. Una colombiana di 45 anni è stata, invece, indagata per il reato di favoreggiamento personale per aver depistato le indagini in corso con false dichiarazioni.

Quattro inoltre le persone segnalate alla Procura poiché ritenute implicate a vario titolo nelle attività inerenti la prostituzione: una donna dominicana di 57 anni, una quarantasettenne torinese trasferitasi in riviera; una donna di nazionalità bulgara di 27 anni e un uomo, 47 anni, di nazionalità colombiana residente a Milano. Due i fogli di via, con rimpatrio nel comune di residenza, emessi a carico due donne, una brasiliana e una dominicana, entrambe formalmente residenti a Bergamo.

Fabrizio Tenerelli

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