Cittadinanza attiva

Raccolte 20mila firme per fermare l'Ospedale Unico

Ecco le ragioni del rifiuto alla mega struttura sanitaria che dovrebbe sorgere ad Arma di Taggia

Raccolte 20mila firme per fermare l'Ospedale Unico
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Sono circa 20mila le firme raccolte da Cittadinanza Attiva per ribadire il "No" all'Ospedale Unico del ponente ligure - che dovrebbe sorgere ad Arma di Taggia - presentate a margine dell'incontro che si è tenuto questo pomeriggio a San Bartolomeo al Mare presso il Centro Sociale l'incontro.

 

Cittadinanza attiva ribadisce il No all'ospedale unico

Presenti all'incontro il dottor Mariano Mij e Mauro Manuello di Cittadinanza Attiva, oltre alle delegazioni dell'associazione di Imperia e Savona. Sono numerosw le criticità che Cittadinanza attiva individua nella costruzione della mega struttura sanitaria.

 

Le criticità

Nel mirino, i posti letto - previsti per oltre 600 unità - che,  a conti fatti, scenderebbero a 400, circa 3 ogni 10mila abitanti. In calo anche i posti riabilitativi e le "eccellenze" del okennte rimarrebbero affidate al Santa Corona di Pietra Ligure. Oltretutto, Cittadinanza Attiva ricorda come accorpare numerosi reparti in un luogo solo diventi pericoloso per la logistica, dalla viabilità alle liste di attesa per prestazioni e visite specialistiche. Non solo, il costo dell'opera, stimato per 225 milioni e 45 di arredi e dotazioni tecniche, sarebbe finanziato in parte dal Ministero e in parte dall'Inail con un prestito di 30 anni, con rate da 10,5 milioni di euro all'anno.

 

Le alternative

Cittadinanza Attiva ritiene che le risorse siano da impiegare per promuovere le professionalità sanitarie ed evitare l'esodo di medici e infermieri verso altre regioni, per abbattere la forbice tra le liste di attesa istituzionali e quelle intramoenia che spesso portano i cittadini a rinunciare alle cure o a rivolgersi a cliniche private, per le medicina preventiva, per gli aggiornamenti al personale, per arrivare alla costruzione di un dossier elettronico, nel rispetto della privacy, di ogni paziente, su base regionale e per potenziare le strutture del territorio e le professionalità che ridurrebbero gli accessi in codice verde e bianco al Pronto soccorso.

 

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