Rogo di auto a Ospedaletti, Alessandro difeso dal padre in aula: "Mai pensato fosse lui"
"Ho chiesto se c'entrasse qualcosa, perché sentivo girare delle voci in paese. Mi ha detto che assolutamente lui non c'entrava"

“Ho chiesto a mio figlio se c'entrasse qualcosa con l'incendio, perché sentivo girare delle voci in paese. Mi ha detto che assolutamente lui non c'entrava nulla e gli ho creduto. Anche perché io tutte le sere, tra le 23 e le 24, andavo a casa sua per controllare che prendesse le medicine e che dormisse. Poi, di segni dell'incendio non ne aveva”.
A deporre, stamani, davanti al giudice monocratico del tribunale di Imperia, Marta Bossi
è stato il padre di Alessandro Polo, quest’ultimo a processo per l’incendio avvenuto il 22 aprile 2020, in strada Vallegrande, a Ospedaletti, dove bruciarono tre auto, un furgone e un camper. Un rogo, che a detta dell’accusa, potrebbe vedere come movente la gelosia e in questo caso, le fiamme sarebbero state appiccate al mezzo del presunto rivale in amore.
Il genitore, ottantenne, è stata ascoltato come teste della difesa
“All'epoca avevo rapporti abbastanza tesi con mio figlio - ha detto - perché ho scoperto che era dedito al gioco, beveva un po’ troppe birre e ho anche saputo che usava qualche droga. Ho scoperto che mia moglie sapeva tutto e questo mi ha fatto infuriare, così sono andato via di casa”.
Ed ha aggiunto: “Dal 2018 al 2020, mio figlio è andato in cura da uno psicologo, perché anche sul lavoro le cose non andavano tanto bene. Quando ho scoperto quello che faceva, ho deciso di intervenire. Poi nel 2019 è morta mia moglie. Sei mesi dopo, mio figlio ha avuto un infarto, così ho iniziato a seguirlo per fargli fare delle cure perché ne aveva bisogno”.
Alessandro aveva, nel frattempo, presentato domanda
per essere ricoverato in una struttura, dove avrebbero potuto aiutarlo ed è anche emerso che, nell’autunno del 2020, venne ricoverato per circa un mese in una struttura del Veneto. Anche l’anziano padre ha parlato di un video che girava in paese raffigurante un uomo sorpreso mentre appiccava il fuoco, ma lui stesso ha detto che era impossibile riconoscerlo da quel filmato.
“In quel momento lui però prendeva una terapia che lo rendeva tranquillo, imbambolato - ha precisato - quindi non ho mai pensato che potesse essere stato lui”.
Il genitore lo difende pure, quando gli sin eccepisce che Alessandro - fatalità - si era tagliato i capelli dopo l’incendio. “Mio figlio ha cambiato spesso pettinatura, era solito tagliarsi i capelli molto corti o rasarseli”. L’udienza è stata successivamente aggiornata al prossimo 6 giugno per l’audizione degli ultimi due testi e la discussione.
Fabrizio Tenerelli