LA DECISIONE IN SERATA

Siccità: l'oasi del Nervia è salva, varato un "Piano B" per l'allaccio al Roya

Gli 11 Comuni interessati dall’allaccio dell’acquedotto alla rete idrica del comprensorio hanno deciso di attuare un progetto alternativo

Siccità: l'oasi del Nervia è salva, varato un "Piano B" per l'allaccio al Roya
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E' stata trovata una soluzione alternativa nel vertice in Prefettura

L’oasi faunistica del Nervia, che sorge alla foce dell'omonimo torrenre, tra i Comuni di Camporosso e Ventimiglia, è salva. Gli undici Comuni interessati dall’allaccio dell’acquedotto del Roya alla rete idrica del comprensorio Intemelio - come misura straordinaria per contrastare la persistente siccità - hanno infatti deciso di attuare un progetto alternativo per evitare di intervenire all’interno del sito naturalistico, dove proprio in questi periodo è in corso la nidificazione di numerose specie protette di uccelli.

La decisione è stata presa, in serata, a margine di un vertice

che si è tenuto in Prefettura a Imperia, presieduto dal prefetto Valerio Massimo Romeo, con rappresentanze di Provincia, Regione e Ireti (gestore della rete idrica interessata) e amministratori dei Comuni di: Seborga, Vallebona, Camporosso, Bordighera, Dolceacqua, Isolabona, Perinaldo, San Biagio, Soldano, Vallecrosia e Ventimiglia.

È stata condivisa tra tutti i presenti una ipotesi alternativa a quella autorizzata - ha detto, a nome degli amministratori, il sindaco di Camporosso, Davide Gibelli - che prevedeva il transito della condotta dell’acquedotto all’interno dell’oasi del Nervia. La soluzione che dovrà essere valutata sotto profilo tecnico ed economico prevede la collocazione di questa tubazione dell’acquedotto in corrispondenza dell’argine in terra armata che protegge il torrente”.

Sull’iniziale progetto si erano fermamente opposti gli ambientalisti

secondo i quali non solo non si doveva intervenire all’intero dell’oasi, ma soprattutto nel periodo di nidificazione. “Ambientalisti a parte, c'è una direttiva europea - prosegue Gibelli - che vieta di effettuare lavori nelle oasi protette, nel periodo tra il primo di marzo e il 30 giugno, proprio per motivi legati alla nidificazione dell’avifauna”. L’intervento di allaccio si rende necessario, in quanto le falde acquifere del torrente sono ormai quasi a secco e rischia di entrare dell'acqua di mare.

Fabrizio Tenerelli

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