il caso calzia

Sindaco condannato a risarcire 285mila euro al comune di cui è dirigente

Due settimane fa Ilvo Calzia aveva fatto causa al comune di Imperia per i tre anni di sospensione. Chiede 300mila euro. Con il Sindaco Scajola, di cui è un fedelissimo, è tornato all'Urbanistica

Sindaco condannato a risarcire 285mila euro al comune di cui è dirigente
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Doccia fredda per Ilvo Calzia, dirigente del Comune di Imperia e attuale sindaco di Pontedassio. La Corte dei conti lo ha condannato a risarcire il Comune di cui è ancora dirigente con 285 mila euro. La pena pecuniaria gli è stata inflitta per aver svolto, nella sua veste di architetto, incarichi privati senza l'autorizzazione del suo datore di lavoro, vale a dire il comune di Imperia.  Invero la Procura della Corte dei conti aveva chiesto una sanzione molto più alta, ma parte delle contestazioni sono state considerate prescritte.
Secondo la magistratura contabile - si legge nel dispositivo della sentenza -  Calzia ha connotato tutta la sua carriera di dirigente arrrotondando "sistematicamente la propria retribuzione, senza mai informare il proprio datore di lavoro, sperando di farla franca fino alla fine”.
L'avvocato difensore Roberto Trevia, sentito da La Riviera, annuncia il ricorso :“Abbiamo 30 giorni di tempo per impugnare la sentenza - spiega - la Corte dei Conti ha azionato nei confronti di Calzia un'azione di ripetizione dei soldi che lui avrebbe preso dei presunti incarichi non autorizzati. Noi ci siamo opposti in sostanza per due motivi, in primo luogo molti degli incarichi del 1994 e del 2000 erano tutti prescritti e in secondo luogo perché una parte di questi incarichi erano stati fatti nel periodo in cui lui era sospeso e quindi, non potendo lavorare in Comune, aveva svolto degli incarichi perchè era in assoluta difficoltà e perché gli era stato ridotto lo stipendio. Queste somme non possono essere richieste , perchè su questi soldi Calzia ha pagato le tasse”.

Per incarichi extra serve l'autorizzazione

Ma la legge per la Conte dei Conti sembra dire una cosa diversa: "I dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza, prevedendo nel caso di violazione di tale divieto di versare il compenso dovuto per le prestazioni eventualmente svolte nel conto dell'entrata del bilancio dell'amministrazione di appartenenza del dipendente”.
Secondo la Corte dei Conti il dirigente imperiese avrebbe chiesto le autorizzazioni solo per gli incarichi meno remunerativi.

E Calzia fa causa al comune per 300mila euro

Nelle scorse settimane lo stesso Calzia, nel corso di una prima udienza davanti al giudice del lavoro, aveva quantificato in circa 300mila euro le richieste al Comune di  Imperia per i tre anni di sospensione dal servizio. Era stato indagato e processato in seguito all'inchiesta sul porto e sempre assolto con formula piena da tutte le accuse.

Le precisazioni di Calzia

"1)non è il sindaco a essere stato condannato, ma il dirigente Ilvo Calzia

2) la cifra non è assolutamente corretta e peraltro è già nella
disponibilità del comune in quanto nel 2015, al rientro al lavoro, la
segretaria ha trattenuto l'intera somma degli stipendi di tre anni di
sospensione liquidando solo 627 euro

3) fedelissimo di Scajola è una leggenda metropolitana"

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