Sit-in davanti al tribunale di Imperia per la sentenza sull'aggressione a Moussa Balde
“Moussa Balde è stato omicidio”, “Indifferente, complice società raciste”: sono alcuni degli slogan mostrati, stamani, davanti al tribunale

Striscioni di protesta e foto della vittima sono stati mostrati davanti al tribunale
“Moussa Balde è stato omicidio”, “Indifferente, complice società raciste”: sono alcuni degli slogan mostrati, stamani, davanti al tribunale di Imperia, da alcune decine di attivisti di diverse associazioni umanitarie, che hanno organizzato un sit-in di protesta nella giornata della sentenza al processo contro i tre imputati italiani accusati di lesioni per aver preso a sprangate, il 19 maggio 2021: Moussa Balde, 23 anni, il migrante della Guinea, che pochi giorni dopo (il 23 maggio) si impiccò nel Cpr di via Brunelleschi a Torino. Assieme agli slogan sono state mostrati gli ingrandimenti di alcune foto del giovane straniero.
Silvana Vinai, dell’associazione Imperia Solidale
“Una sentenza che nasce decisamente male - ha affermato Silvana Vinai, dell’associazione Imperia Solidale, che si occupa di aiutare gli immigrati e di "Non una di meno” - perché da subito non è stata emessa l'aggravante del razzismo, visto che è evidente, nel contesto in cui si è svolta l'aggressione. Poi non è stata ammessa alcuna associazione tra quelle che avrebbero potuto sostenere le ragioni antirazziste e quando Moussa è stato ricoverato, in ospedale sono stati riconosciuti solo dieci giorni. questo è un processo inutile, che sicuramente non metterà mai in luce la verità”.
Nel gruppo dei manifestanti c’erano pure: Bruno Rossi e Franca Murialdo
i genitori di Martina Rossi, che hanno fondato un’associazione in memoria della figlia, morta a 20 anni, il 3 agosto 2011, precipitando dalla terrazza di una camera d'albergo, a Palma di Maiorca (Spagna), nel tentativo di sfuggire a una violenza sessuale.
“Prima di passare le ultime giornate della sua vita, le ho detto: 'Stai attenta, che il mondo è pieno di stupidità, pieno di gente’ - ha detto il padre -. E lei mi ha risposto: 'Ma papà, tu mi hai insegnato che muoiono mille bambini palestinesi al giorno, e adesso mi dici di stare attenta?'. Io avevo capito che il mondo è pieno di incapaci e di stupidi. Ancora oggi c'è una giustizia di classe, una giustizia del processo, una delle indagini, una nella sorveglianza, una nell'applicazione delle pene. E questa giustizia viene fatta sempre a favore dei ricchi e contro i poveri. E invece mio padre mi ha insegnato che la scelta più semplice e naturale è di stare dalla parte dei poveri, dei deboli e di chi soffre. Come associazione siamo qui, perché vogliamo aiutare”.
Fabrizio Tenerelli


