Toma brigasca e l'essenza di fiori d'arancio di Vallebona i temi dell'incontro tra alberghiero e Slow Food

Toma brigasca e l'essenza di fiori d'arancio di Vallebona i temi dell'incontro tra alberghiero e Slow Food
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Taggia - Si è tenuto a villa Boselli l'ultimo incontro organizzato dalla Condotta Slow Food Riviera Fiori-Alpi Marittime; dopo la presentazione dei Presidi dell'Aglio di Vessalico, a cura di Roberto e Alberto Marini e del fagiolo di Conio Pigna e Badalucco, a cura di Giusi Librando fatta lunedì 6 febbraio è toccato ad altri due presidi del nostro territorio: la toma di pecora brigasca e l'essenza di fiori di arancio amaro di Vallebona.

La sala gremita di attenti studenti, che hanno dimostrato il loro interesse con tantissime domande, e di insegnati dei due istituti ha visto una piacevole quantopartecipata presentazione. Dopo un saluto introduttivo di Sergio Tron, presidente Regionale Slow Food, che ha ricordato le filosofie Slow Food e le finalità di quanto, da questi incontri, può nascere in esperienze e conoscenze. A Marcello Storace è toccato il piacere di iniziare spiegando il concetto di Presidio nato dalla necessità di preservare antiche razze, pratiche, coltivazioni e trasformazioni che, senza un percorso di ricerca riscoperta e valorizzazione, sarebbero andate perdute.

Ogni presidio che Slow Food decide di valorizzare deve avere un disciplinare che ne stabilisce la pratica di allevamento, coltivazione, produzione o trasformazione; senza la perfetta osservanza del disciplinare il presidio, o il produttore ad esso appartenente, viene cancellato. Dopo questa doverosa introduzione Marcello, che non solo è produttore del presidio di Toma di pecora Brigasca ma è anche fiduciario della condotta organizzatrice, ha spiegato le peculiarità della pecora e del formaggio da essa prodotto; ha ripercorso sentieri nella memoria contadina legati a storie di territorio e antiche e buone pratiche. Dopo aver narrato di pecore e della loro alimentazione, di transumanze, mungiture, pastorizzazioni e lavorazioni ha spiegato le qualità organolettiche e le loro applicazioni in cucina. Al termine della prima presentazione è stato proiettato un video che illustrava il progetto Slow Food denominato Terra Madre.

A Pietro Guglielmi il compito di concludere la giornata; il giovane, 35 anni, ha riscoperto una antica coltivazione famigliare, nella vallata di Vallebona sopra Bordighera, rimettendo a dimora piante di arancio amaro, dal quale si estrae la preziosa essenza, e con l'indispensabile aiuto di sua nonna, che di anni ne ha 93, e di tutta la sua famiglia ha ricominciato dove da oltre trent'anni il gelo, e una terribile nevicata, avevano fermato la produzione uccidendo tutte le piante. Oggi Pietro, che è fiduciario della Condotta Slow Food Val Nervia e otto luoghi, produce unico in Italia questa preziosa essenza che il mercato, per lo più nei settori profumieri e dolciario, in brevissimo tempo le assorbe. La sua produzione è praticamente venduta tre giorni dopo la fine del ciclo annuale produttivo.

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