Ventimiglia: negozio per bambini chiude dopo un anno per colpa del Covid-19
La storia di Lucia Gullace, 35 anni e Jessica Pratticò, 32 anni, titolari del negozio "Storybimbi", di via Chiappori, a Ventimiglia
Negozio chiude per colpa del Covid
"Nell'anniversario del nostro primo anno di attività, avremo voluto festeggiare, invece siamo costrette a chiudere, per colpa di un maledetto virus e di un governo che non aiuta le piccole imprese". A parlare sono Lucia Gullace, 35 anni e Jessica Pratticò, 32 anni, titolari del negozio "Storybimbi", di via Chiappori, a Ventimiglia, che vende articoli per bambini da 0 a 3 anni.
"Paghiamo 2.500 euro al mese di affitto e ringraziamo ancora la titolare dei muri, di averci scontato 400 euro al mese per un anno, posticipando il pagamento degli ultimi due mesi - racconta Lucia -. Purtroppo, però, non c'è solo l'affitto. Ci sono anche i fornitori, le bollette, le tasse: mille spese che non riusciamo ad affrontare. Con 600 euro a testa, facciamo ben poca strada, visto che a tale cifra corrisponde l'ultima bolletta della luce".
Sotto accusa ci sono le banche
"Abbiamo chiesto un prestito, ma non ci hanno ancora risposto, facendoci capire che sarà molto difficile ottenerlo, perché preferiscono le attività che fanno girare tanti soldi".
Lucia e Jessica
hanno dato il preavviso di sei mesi alla proprietaria del locale (190 metri quadrati): "Visto che da contratto dobbiamo dare un preavviso, resteremo aperti di fatto questi sei mesi. Nel frattempo, cercheremo di smaltire la merce in magazzino e ci troveremo un altro lavoro". Purtroppo, anche a negozio aperto, di clienti non se ne vedono: "La gente ha pochi soldi, gira poco e se proprio deve indirizza le proprie spese su altri prodotti. Come tutti i negozi appena aperti, abbiamo avuto delle difficoltà, ma si riusciva comunque ad andare avanti. Il virus è stato la nostra disgrazia".
Lucia, tra l'altro, ha un bambino di 16 mesi e Jessica due figli di 8 e 3 anni. "Lo Stato ci ha abbandonati, non ci sono aiuti e le piccole imprese sono costrette a chiudere - concludono -. Ci sentiamo abbandonate, deluse, incavolate e messe in ginocchio. Con le lacrime agli occhi ringraziamo tutti coloro che hanno creduto in noi e che ci hanno dato fiducia in questo anno".
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