Violato il conto corrente di un avvocato di Imperia: hacker tentano di rubarle 9.100 euro
Il conto corrente dell'avvocato Micali, di Imperia, è stato violato da alcuni hacker, che sono quasi riusciti a effettuare un bonifico da 9.100 euro

Gli hacker hanno violato il conto corrente di un avvocato di Imperia
Il conto corrente dell'avvocato Antonella Micali, di Imperia, è stato violato da alcuni hacker, che sono quasi riusciti a effettuare un bonifico da 9.100 euro. Per fortuna, grazie ai sistemi di sicurezza della banca, l'operazione non è andata a buon fine e, oggi, il legale vuole raccontare la propria storia affinché sia di monito anche agli altri.
La vicenda risale a giovedì scorso (19 novembre). In breve l'avvocato riceve un messaggio dal proprio istituto di credito Banca Intesa San Paolo, con il quale si avvisa di un'operazione sospetta. Poco dopo, arriva un altro sms con cui si chiede di approvare un bonifico di 9.100.
A distanza di pochi minuti arriva la presunta telefonata della banca
A distanza di ancora pochi minuti arriva la presunta telefonata della banca - probabilmente effettuata dagli hacker - il cui operatore (un uomo) avverte dell'operazione sospetta e tranquillizza l'avvocato dicendo che hanno bloccato il conto e le carte di credito.
Per completare l'operazione, tuttavia, chiedono anche di conoscere il codice arrivato via sms per approvare il bonifico di 9.100 euro. Per fortuna, l'avvocato non casca nel tranello. Si rifiuta e quando riattacca chiama subito la banca, quella vera, per bloccare il conto. Qualcuno, probabilmente, era riuscito a entrare nel suo conto e, conoscendo pure il suo numero di telefono, stava per mettere a segno il colpo.
L'ingannevole messaggio arrivato via sms dalla banca
“Gentile cliente, abbiamo rilevato un accesso anomalo al suo conto business segua la procedura per verificare...", è scritto nel messaggio arrivato via sms all'avvocato e riportato nella denuncia.
"Premetto di aver in passato già ricevuto messaggi dalla banca da quella provenienza - avverte Micali -. Stupidamente, cliccai sul sito indicato che mi ha portato alla schermata della Banca Intesa San Paolo che mi informava di aver preso in carico la segnalazione e che a breve sarei stata contattata da un loro operatore".
La richiesta del codice autorizzativo insospettisce l'avvocato
A insospettire l'avvocato: da una parte la richiesta del codice autorizzativo per bloccare l'operazione, dall'altra l'impegno dell'operatore a presentare denuncia alla polizia postale. Solitamente è il soggetto truffato che presenta denuncia, non la banca. E' anche andata bene che l'avvocato non girato il codice di accesso, una leggerezza che in caso di conclusione del bonifico nessuno le avrebbe risarcito, essendo stata proprio lei ad autorizzarlo in maniera ingenua. Il nome del beneficiario del bonifico era italiano, ma probabile frutto della fantasia.