Dolcedo: martedì "le donne al parlamento" di Aristofane

In scena la commedia antica di Aristofane, esibizione nata dalla collaborazione tra Teatro del Banchèro e Teatro dell'Albero

Dolcedo: martedì "le donne al parlamento" di Aristofane
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Dolcedo: Martedì "le donne al parlamento" di Aristofane

Ultima tappa per "Le donne al parlamento" di Aristofane

Si conclude martedì a Dolcedo alle 21:30 l'avventura di "Le donne al parlamento" di Aristofane, lo spettacolo itinerante su 5 postazioni proposto dal Teatro dell'Albero e del Teatro del Banchéro, che ha riscosso notevoli apprezzamenti in occasione delle precedenti esibizioni a Costarainera, Badalucco, Ospedaletti, San Lorenzo al Mare. In scena 16 attori (Maura Amalberti, Consuelo Benedetti, Alessandro Cirilli, Loredana De Flaviis, Giovanni De Mattia, Martina Karoff, Franco La Sacra, Dalia Lottero, Enrico Manfredini, Giovanna Marzuoli, Antonio Napodano, Alessandra Pavone, Fiorella Regina, Graziella Tufo, Sara Zangari), che condurranno lo spettatore verso un crescendo dal divertimento assicurato. I costumi sono di Carlo Senesi e Dario Josue. La regia e l'adattamento sono di Giorgia Brusco.

La commedia: dall'Atene del 391 a.C a Dolcedo

"Le donne al parlamento" di Aristofane è una  commedia, andata in scena per la prima volta ad Atene nel 391 a. C., uno spettacolo graffiante, poetico, che lancia un monito profetico sulla decadenza della nostra civiltà. Attraverso  satira sferzante del suo genio fantasioso, Aristofane ci offre un’ occasione di riflessione sul rapporto conflittuale fra individuo e società. Affronta temi di sconvolgente attualità: la partecipazione femminile al potere politico, la parità dei diritti, la corruzione, l’uguaglianza sociale. In un’Atene sfiancata dalla guerra, in uno stato di sbando materiale e spirituale, l'autore immagina che le donne, stanche dell'inettitudine degli uomini, della loro incapacità di costruire un mondo giusto, attuino un “colpo di stato” e assumano il potere. Una volta al governo, decidono di mettere tutto in comune, abolendo la proprietà privata e la famiglia. Tutti attingeranno in parti uguali al patrimonio collettivo, amministrato dalle donne, che avranno in comune tutti gli uomini e potranno fare figli con chiunque. Ma l’utopia protofemminista non potrà realizzarsi e, in un'esplosione di contraddizioni e comicità, il grande sogno si trasforma in un incubo grottesco

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