Crisi da COVID-19. Francesco e Draghi, le speranze per le Pmi

I piccoli imprenditori sono ancor più in difficoltà nell'affrontare la crisi determinata dal coronavirus, ma non si arrendono

Crisi da COVID-19. Francesco e Draghi, le speranze per le Pmi
Pubblicato:
Aggiornato:
Per gentile concessione del professor Luca Brambilla e del sito ilsussidiario.net proponiamo questo intervento pubblicato nei giorni scorsi proprio sul portale “ilsussidiario.net, il quotidiano approfondito”.

Luca Brambilla

Per un’intera settimana ho lavorato al fianco di team addetti alla comunicazione di crisi di note società multinazionali. Arrivato venerdì sera, mi giunge una chiamata inaspettata: partecipare a un meeting, ovviamente online, di un gruppo di imprenditori che anni fa ha costituito un’associazione chiamata “Club Libera Impresa” che conta centinaia di associati tra piccole e medie imprese. Potete immaginare quanta poca voglia avessi e con che bassa aspettativa mi sono approcciato a seguire un meeting di PMI, dopo aver lavorato fianco a fianco con gli AD di alcuni dei più grandi marchi italiani.
Quello che è accaduto invece è stato un continuo susseguirsi di sorprese, di crollo di pregiudizi (miei, ovviamente) e di riscoperta di posizione umane e di valori troppo spesso accantonati. I partecipanti erano tutti contenti di vedersi, lieti anche se coscienti dei grandi sforzi che dovranno affrontare nei prossimi mesi. Ha attaccato subito Ambrogio Beretta, imprenditore metalmeccanico e presidente del Club:
“Quello che sta accadendo porta con sé l’esigenza di uscire dal proprio orto, dalla propria visione limitata, e di cercare persone che possano permetterci di allargare lo sguardo”.
Continua quindi Matteo, titolare di un’azienda anch’essa metalmeccanica, dicendo:
“Come noi reagiremo di fronte a questa crisi ha un valore culturale, dice qualcosa riguardo a come concepiamo la vita, il lavoro, fa capire ciò in cui crediamo veramente”.
Interviene Michele, che guida un’importante azienda del mondo turistico:
“Il problema adesso sarà capire come si comporteranno i grandi player. C’è la possibilità che le multinazionali non paghino i loro fornitori. C’è quindi il rischio di crollo della filiera a cascata, dove ovviamente i primi a soccombere saranno i più piccoli e i più deboli”.
Allora Giovanni, imprenditore nel campo alimentare, cita un fatto terribile che conferma i timori:
“Forno d’Asolo, parte del gruppo BC Partners, tra i primi fondi di private equity al mondo di cui fa parte ad esempio Bindi, ha appena fatto pervenire una comunicazione lapidaria a tutti i suoi fornitori, in cui si afferma testualmente: ‘Da parte nostra, in attesa che vengono emanate misure concrete a sostegno dell’economia, la situazione globale che presenta uno scenario estremamente incerto, ci impone la necessità di contenere le uscite. Per tale motivo siamo costretti a comunicarvi che tutti i pagamenti vengono sospesi e differiti'”.
Sulla stessa linea quanto riporta Fiorino, imprenditore nel campo dei gas medicali che cita un post tratto da Linkedin di un noto e solidissimo leader nel campo della moda:
“Gentile fornitore, in ottemperanza del D.P.R del 22 Marzo 2020 da domani la nostra azienda sarà chiusa. Nostro malgrado siamo a comunicarle che saranno congelati i prossimi pagamenti. Alla riapertura dell’ordinaria attività sarà nostra premura contattarla per poter concordare con voi il piano di rientro”.
Insorge Matteo:
“Questo è l’esempio perfetto di ciò che non siamo, di ciò a cui io mi ribello. Sono i più grandi che in questo momento dovrebbero muoversi per primi, dando fiducia e sostenendo i propri dipendenti, ma anche i propri fornitori altrettanto importanti per la sopravvivenza del sistema”.
Paolo, imprenditore nel campo tessile, presenta una seconda opzione e racconta come sta operando:
“Io sto sentendo al telefono tutti i miei fornitori e sto riscoprendo che aver lavorato valorizzando i rapporti personali ed essendo onesto, mi sta permettendo di avere dei punti saldi anche in questo periodo così confuso”.
Continua Franco, che ha un’azienda nel campo automotive:
“Io temo che non riuscirò a saldare tutti i fornitori, ma ho deciso di metterci la faccia: li sto chiamando ad uno ad uno, distribuendo i pagamenti in modo tale che nessuno fallisca. Come ha detto Papa Francesco: ‘Nessuno si salva da solo'”.
Interviene Ruggero, che ha un’impresa di costruzioni:
“I politici stanno raccontando una versione surreale, in cui gli imprenditori sono persone affamate di soldi. La realtà è esattamente l’opposto: non sto dormendo la notte per trovare nuove strategie, nuovi modi per portare avanti l’azienda e garantire sostentamento alle tante famiglie che su di essa fanno affidamento”.
Ambrogio a questo punto cita l’intervento di Mario Draghi, il quale ha detto in maniera chiara che di questa situazione devono farsi carico le banche sostenute dalla Bce in un accordo politico a livello europeo: dovranno finanziare non a pioggia gli ultimi ma le aziende, vere produttrici di ricchezza.
Stefania, mondo manifatturiero, dice:
“Certe banche ci hanno proposto dilazioni di pagamento misere, non capendo che il problema è che il fatturato del 2020 è perso, e che quello del 2021 è in bilico. Bene invece Draghi, che ipotizza finanziamenti decennali per poter rientrare in maniera ragionevole”.
Il confronto appassionato è andato avanti per più di un’ora, e sempre più è emersa la coscienza che gli imprenditori hanno tanto da dire, molto più di quel che si possa ritenere, su come affrontare questa crisi. Loro lo sanno bene perché sono abituati a destreggiarsi tra mille ostacoli ogni giorno.
Hanno concluso dicendo che avrebbero fatto di tutto per porre in un confronto pubblico le loro riflessioni, che in sintesi sono:
  • 1) avere un atteggiamento di responsabilità sociale dell’intera filiera: dipendenti, clienti e anche fornitori;
  • 2) vivere l’approccio di Papa Francesco “centrato sull’uomo”, con lo stile di chi è più abituato a costruire che non a tenere comizi;
  • 3) appoggiare completamente la linea di intervento di Mario Draghi sotto l’aspetto finanziario.

Si aprono quindi a un confronto con chiunque voglia interagire con loro: dalle associazioni di categoria ai politici, dai giornalisti che possano raccontare le loro storie ad altri imprenditori che vogliono, come dice Papa Francesco, fare un pezzo di strada assieme. (mail di riferimento: clubimprenditori@cdo.org) Terminata la riunione, si sono salutati con gioia, speranza e curiosità su quel che sarebbe successo l’indomani. Travolto dal loro entusiasmo, seguirò questa nuova avventura con la massima attenzione.

 

 

Luca Brambilla, è professore di Comunicazione Strategica. È ideatore del Metodo O.D.I® (Osserva, Domanda, Intervieni): una guida alle relazioni in chiave strategica che sfrutta l’unione fra comunicazione e neuroscienze. È inoltre fondatore di Copia Originale, uno dei più noti siti dedicato alle Soft Skills. Professore a contratto di Comunicazione Strategica nella medicina moderna presso l'Università Vita-Salute San Raffaele. Docente nel Master di Communication & HR presso l'Università IULM. Docente presso le Alte Scuole di ALTIS e ALMED dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Interviene inoltre presso la Business School del Sole 24 Ore come esperto di Comunicazione Strategica e Negoziazione. Specializzato nella formazione One to One di Executive su Comunicazione Strategica e Negoziazione, è anche autore del libro Comunicazione Strategica - Le origini del Metodo O.D.I.®, ed. FAG.Svolge l’attività di opinionista presso ilsussidiario.net, su temi quali Lavoro, Soft Skills e Comunicazione, e presso L’Impresa – il mensile de Il Sole 24 Ore – riguardo le Soft Skills e la Comunicazione Strategica.
Seguici sui nostri canali
Necrologie