"Bella Ciao": polemica per l'esecuzione del brano il 25 aprile

È scoppiato nei giorni scorsi un caso attorno alle celebrazioni del 25 aprile nel comune di Ospedaletti, dopo che alcune ricostruzioni giornalistiche avevano lasciato intendere che il sindaco Daniele Cimiotti avesse vietato l'esecuzione del canto “Bella Ciao”

"Bella Ciao": polemica per l'esecuzione del brano il 25 aprile
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È scoppiato nei giorni scorsi un caso attorno alle celebrazioni del 25 aprile nel comune di Ospedaletti, dopo che alcune ricostruzioni giornalistiche avevano lasciato intendere che il sindaco Daniele Cimiotti avesse vietato l'esecuzione del canto “Bella Ciao” durante le cerimonie ufficiali della Festa della Liberazione.

Una scelta che ha subito scatenato reazioni da parte di forze politiche, associazioni e cittadini. Il Partito Democratico provinciale di Imperia ha parlato apertamente di una “forzatura che snatura il significato profondo della giornata”, sottolineando come “Bella Ciao” non sia un canto di parte, ma un simbolo riconosciuto a livello internazionale della Resistenza e della lotta contro ogni forma di dittatura.

“Il 25 aprile non è una festa di sinistra – si legge nella nota – ma la festa di tutti gli italiani che si riconoscono nella Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza e fondata sull’antifascismo. Sostenere che ‘Bella Ciao’ non debba essere suonata per evitare connotazioni politiche significa mancare di rispetto alla verità storica su cui si fonda la nostra democrazia”.

Anche Sergio Scibilia, presidente dell’associazione transfrontaliera Alessandro Pertini (Atape), è intervenuto nel dibattito: “Nel 2025 c’è ancora la necessità di sottolineare la forza di una canzone diventata simbolo universale di libertà e resistenza contro ogni oppressione. ‘Bella Ciao’ non ha riferimenti partitici o religiosi: fu scelta proprio per unire le diverse anime della Resistenza”. Secondo Scibilia, chi contesta questo simbolo tenta di “rimettere indietro le lancette della storia”, evocando “anni bui per il nostro Paese”.

A fronte delle polemiche, è arrivata la precisazione del sindaco Cimiotti, che ha respinto le accuse parlando di “invenzioni giornalistiche prive di fondamento”. Il primo cittadino ha chiarito che non esiste alcun divieto di cantare “Bella Ciao”, né tantomeno una circolare interna a vietarne la diffusione: “La scelta degli anni scorsi era legata al desiderio di mantenere un profilo istituzionale, limitando la cerimonia alle musiche ufficiali, senza elementi potenzialmente divisivi”.

Ma proprio per spegnere ogni polemica, il sindaco ha annunciato che il 25 aprile ‘Bella Ciao’ potrà essere suonata: “Non vogliamo che questa sterile discussione rovini il significato profondo di una giornata che deve unire. La libertà non ha colore politico”.

L’amministrazione si è detta amareggiata per il clima creatosi attorno alla vicenda, auspicando un abbassamento dei toni e un ritorno allo spirito autentico della ricorrenza: “Difendere la libertà di pensiero è ciò che davvero conta”.

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