25 Aprile

Il Montale di Bordighera celebra la Liberazione

Presso il cippo del Partigiano i ragazzi del Montale hanno letto un testo da loro selezionato

Il Montale di Bordighera celebra la Liberazione
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Il plesso Montale di Bordighera e in particolare un gruppo di alunni delle classi quarte e quinte del RIM (Istituto Tecnico Relazioni Internazionali per il Marketing) e dell’OSA (Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate) hanno accolto con grande senso civico l’opportunità di celebrare, in collaborazione con il Comune di Bordighera, il 25 aprile.

Il Montale di Bordighera celebra la Liberazione

La partecipata cerimonia, con l’accompagnamento musicale della banda di Borghetto San Nicolò, è partita in corteo dal Palazzo del Parco alle 10.00, per raggiungere piazza Mazzini, il Comune e infine il cippo del Partigiano, in cui, dopo l’intervento delle autorità, i ragazzi del Montale hanno letto un testo da loro selezionato, con l’ausilio delle docenti, che comprendeva la lettura del testo qui di seguito riprodotto: “La nostra repubblica nasce dalla lotta partigiana, che rappresentò il mezzo per realizzare una democrazia popolare lottando contro il nazi-fascismo. . Fra i ragazzi che lottarono per la libertà tra il 1943 e il 1945 ci fu un giovanissimo Italo Calvino che ne La strada di San Giovanni, nel racconto Ricordo di una battaglia, ci racconta una missione partigiana. “(...) quel mattino la sveglia era stata alle quattro e subito il distaccamento di Olmo era in marcia giù per il bosco, (...). I risvegli per andare in azione si somigliano tutti, io sono uno dei portamunizioni della mia squadra, sempre sotto a quella dura cassetta quadrata con le cinghie che segano le spalle, (...). Per tutti i costoni del bosco discendono file di uomini (...): i partigiani di tutta la zona si concentrino intorno a Baiardo. (...). E ci guardiamo passando, perché fa sempre uno strano effetto il vederci un reparto con ‘altro, il registratore quante fogge differenti tra noi,. indumenti di tutti i colori, pezzi di divise spaiate, ma anche quando siamo riconoscibili e uguali negli strappi dove la roba si lacera più facilmente (...) il sollievo di slacciarsi gli scarponi induriti, la sensazione del terreno sotto la pianta dei piedi, le fitte dei ricci di castagne (...). Qualche raffica ancora. Silenzio. Ci teniamo pronti a tagliare la strada a qualche nemico sbandato. (…). Buon 25 aprile!”

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