Processo Scajola: giudice rigetta richiesta pm dichiarazioni pentito

Scajola
Il pm Giuseppe Lombardo ha chiesto un'interruzione, stamani, al tribunale collegiale di Reggio Calabria, all'apertura dell'udienza al processo contro l'ex ministro Claudio Scajola, chiedendo di inserire a processo le dichiarazioni del pentito Pino Liuzzo. L'istanza è avvenuta prima delle repliche alle arringhe degli avvocati. La richiesta, da quanto si apprende, è stata rigettata.
Anche senza l'aggravante dell'associazione mafiosa, nel corso della requisitoria il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardi aveva chiesto 4 anni e mezzo di reclusione per l'ex ministro, accusato di procurata inosservanza della pena in favore dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, latitante a Dubai, che doveva scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione (poi ridotti a 3) per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il pm, inoltre, aveva chiesto una pena pesantissima per la moglie di Matacena, Chiara Rizzo: undici anni e mezzo di reclusione. La Rizzo doveva rispondere oltre che di procurata inosservanza della pena (l'accusa contestata a Scajola) anche di intestazione fittizia dei beni del marito, aggravata dal favoreggiamento alla 'ndrangheta. Infine erano stati chiesti: 7 anni e 6 mesi di reclusione anche per la segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordaliso e per il collaboratore Martino Politi.
"In questo processo ci dobbiamo porre una domanda - disse Lombardo durante la requisitoria - come sia possibile che un uomo come Claudio Scajola, che ha avuto responsabilità pubbliche elevatissime possa essersi determinato a porre in essere condotte di aiuto in favore di un soggetto che sapeva essere latitante? Un uomo condannato in via definitiva per un reato molto grave: concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Dobbiamo per forza chiederci perché lo ha fatto e soprattutto cosa ha fatto".
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