Così migliaia di ebrei si sono salvati: le vie di fuga segrete nell'imperiese
Dall'Italia alla Francia: I sentieri imperiesi di montagna usati per sfuggire alle leggi razziali tra il ‘39 e il ‘40

Quelli che oggi sono dei suggestivi sentieri di montagna, percorsi da appassionati di trekking ed escursionisti, negli anni ‘40 erano le vie di fuga, clandestine, verso la Francia per migliaia di ebrei provenienti da gran parte del nord Italia. Li ricordiamo in occasione dalla ricorrenza (domani, lunedì 27 gennaio) del Giorno della Memoria.La data coincide con il 65° anniversario della liberazione, da parte dell'Armata Rossa, delle migliaia di deportati nei campi di sterminio di Auschwitz.
Molti gli eventi in programma per ricordare il Giorno della Memoria in provincia di Imperia. A Imperia, da lunedì a sabato 1° febbraiola biblioteca Lagorio di Imperia ospiterà una mostra e numerosi eventi, convegni, testimonianze, proiezione di film. A Vallecrosia, domattina (lunedì 17) la cerimonia ufficiale e alle 20,45 nel salone parrocchiale, lo spettacolo con la lettura teatrale "O tutto o niente".
Le vie di fuga tra le nostre montagne degli ebrei
Qui nel Ponente ligure, tra il '39 e il '40, si passava attraverso campi coltivati e uliveti fino ad arrivare a paesaggi alpini sulle alture di Olivetta San Michele. Dall'alto della cima si può scorgere la Costa Azzurra.
Negli anni delle persecuzioni sono stati tantissimi gli ebrei che hanno percorso questi sentieri in cerca della libertà. In particolare i piccoli borghi come Olivetta San Michele e Ciotti avevano la peculiarità di essere vicini alla frontiera e di avere una rete di sentieri poco controllati, sopratutto quelli più piccoli e meno conosciuti, attraverso i quali si poteva passare inosservati. I più utilizzati furono il sentiero che da Ciotti e Vilatella, che attraverso il passo del Cornà portano in Francia, a Mentone, e quello che da Olivettae Piena conduce a Sospel, attraverso il sentiero che sale al Col del Brouis. Questi sentieri fu usati costantemente dal marzo 1939 fino a maggio dell'anno successivo per allontanare gli ebrei costretti a lasciare il paese a causa delle leggi razziali.
Chi dava loro le indicazioni erano gli uomini della Milizia di confine e spesso erano loro stessi ad accompagnarli all'imbocco del sentiero. Le postazioni fisse di Guardia di Finanza e Milizia, situate lungo il percorso (tra cui la Casermetta di Giaurusso, nella foto) , garantivano alle guardie di confine il controllo del territorio e consentivano l'allontanamento senza incidenti. Anche il sentiero che da Olivetta porta al Passo Treittore era utilizzato regolarmente per poter fuggire in Francia. Si ritiene che passando per i sentieri di montagna e per mare, siano stati circa 3500 gli ebrei che raggiunsero clandestinamente la Francia tra il ‘39 e il ‘40.
Nella Provincia di Imperia non c'era una vera e propria comunità ebraica, ma i molti che si insediarono, soprattutto a Sanremo, furono costretti a emigrare per sfuggire all'orrore nazista. Questi sentieri, prima di essere percorsi dagli ebrei in fuga, erano stati usati da molti altri italiani che volevano andare a lavorare oltre confine. I sentieri del ponente ligure sono stati usati dai migranti sin dalla fine dell'800, quando fu istituita la nuova frontiera ItaliaFrancia.