Economia

Chiesto lo stato di calamità per il settore florivivaistico ligure

 Nel giro di poco più di due settimane, è stata stoppata del 100%, la vendita di ranuncoli e di altri fiori recisi

Chiesto lo stato di calamità per il settore florivivaistico ligure
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Settore florivivaistico ligure

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19 ad oggi, la produzione e commercializzazione florovivaistica ligure è stata gravemente compromessa, a causa di ritardi, disdette e blocchi del commercio estero, ai quali si sono sommate le incertezze del mercato nazionale, con drammatiche ripercussioni sulle imprese. Per questo Coldiretti Liguria, attraverso un’azione d’informazione e sensibilizzazione a tutti i livelli, ha tracciato un primo quadro della gravissima situazione che si è venuta a creare, in modo che vengano attivate, dalle Istituzioni, tutte le misure possibili a sostegno del settore, compreso il riconoscimento dello Stato di Calamità. 

È quanto sottolinea Coldiretti Liguria a seguito della lettera inviata a tutti Comuni liguri, ai Prefetti, alla Regione, per cercare di creare un fronte comune e affrontare la pesante situazione che ha danneggiato gravemente uno dei comparti di punta dell’economia regionale ligure, che genera un fatturato annuo complessivo superiore ai 350 milioni di euro. Nel giro di poco più di due settimane, è stata stoppata del 100%, la vendita di ranuncoli e di altri fiori recisi, ormai appassiti nei vivai, mentre non è andata meglio per le vendite di aromatiche, margherite e piante in vaso, a casa della situazione che ha colpito il settore nel momento dell’anno dove, per la maggior parte delle 4200 imprese presenti, si concentra l’80% della produzione.

 “Il settore florovivaistico ligure – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è un settore che deve avere la possibilità di ripartire, ma per fare in modo che ciò accada, serve l’impegno di tutti, con il riconoscimento, in primis, delle gravissime conseguenze patite dalle imprese a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Questa è una crisi che rischia di compromettere, non solo l’annata 2020, ma la sopravvivenza futura delle imprese, che si sono trovate a perdere quasi interamente la redditualità annuale. Per questo, supportati dalle segnalazioni delle nostre imprese, abbiamo chiesto a tutte le istituzioni di farsi portavoce del problema, arrivando a dichiarare lo Stato di Calamità per l’intero settore regionale. Riteniamo che serva il lavoro di tutti per cercare di far uscire il florovivaismo da questa crisi senza precedenti, con la definizione di misure urgenti ed immediate, che permettano di dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero e sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi come la cassa integrazione per i dipendenti e creazione di un fondo straordinario a ristoro della perdita di produzione, cosi come anche chiesto all’Assessore Regionale all’Agricoltura Stefano Mai e al Governatore Giovanni Toti.”

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