Coronavirus

PD al vetriolo "Liguria è un caso negativo a livello nazionale"

"Toti fa le sue solite sparate, ma alla vigilia del 4 maggio siamo indietro su tutto"

PD al vetriolo "Liguria è un caso negativo a livello nazionale"
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Con una pungente nota stampa, il PD in consiglio regionale si scaglia contro la giunta presieduta dal governatore Giovanni Toti

PD al vetriolo "Liguria è un caso negativo a livello nazionale"

"Mentre Toti si produce nelle sue solite sparate, - comunicano i dem liguri - contesta il Governo e usa le ordinanze come strumento di propaganda, questa è la situazione reale: dal punto di vista dei contagi la Liguria è ancora in piena Fase 1. Lo dicono i dati della Fondazione Gimbe che inseriscono la nostra Regione nelle 4 realtà (Piemonte, Lombardia, Trentino e Liguria) in cui la diffusione del virus è suscettibile di aumento. Inoltre secondo i dati della Protezione civile, la Liguria è la Regione del Nord che, dal 22 al 28 aprile, ha avuto il più alto incremento di contagi. In questo lasso di tempo, infatti, il numero dei casi totali dei contagiati è aumentato del 12,3%, a fronte di una media nazionale dell'7,6%, mentre il Piemonte è al 11,9% e al Lombardia al 7,6%. Il Ministero della Salute stima che nei sette giorni appena trascorsi in Liguria ci siano stati 65 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, in Lombardia 64,1, in Piemonte 80,3. Da un lato è la fotografia di un fallimento nella gestione dell’emergenza sanitaria da parte del centrodestra, dall’altro vorremmo sapere cosa pensa di fare Toti, visto che siamo alla vigilia del 4 maggio e che ogni errore in questa fase rischia di farci precipitare nella pandemia"

"Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità - continuano - per combattere il Covid-19 bisogna “testare, tracciare e trattare” i malati. Ma in Liguria siamo indietro su tutto. Test e tamponi sono ancora troppo pochi, tanto che la nostra Regione è in fondo alla classifica del Nord Italia. Ma anche sull'assistenza domiciliare siamo all'anno zero. In due mesi le Gsat, e cioè le squadre territoriali previste dal Governo (una ogni 50 mila abitanti) per curare a casa i pazienti che non necessitano di ospedalizzazione non sono mai decollate. Nell'area metropolitana genovese dovrebbero essere 14 e invece sono 6. Nelle aree interne, che a detta dell'assessore Viale dovevano essere la priorità, non se n'è vista traccia, così come non si sono visti i dispositivi di protezione per i medici di famiglia, che devono visitare i pazienti. Certo, sono diminuiti i pazienti in terapia intensiva, ma senza test e cure domiciliari in Liguria il virus continua a diffondersi. Nessuna notizia, infine, sui controlli per chi da lunedì tornerà al lavoro e su come la Regione intenda far rispettare le norme di sicurezza. Siamo un caso nazionale (negativo), ma i primi a non accorgersene - concludono - sono quelli che governano la Liguria.

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