La lettera-sfogo del medico legale coinvolto nell'inchiesta "Autopsie fantasma"

Le precisazioni del Dottor Francesco Traditi: “Sono una persona onesta, nessuna autopsia è mai stata omessa o non eseguita dal sottoscritto”

La lettera-sfogo del medico legale coinvolto nell'inchiesta "Autopsie fantasma"
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Le precisazioni del Dottor Francesco Traditi: “Nessuna autopsia è mai stata omessa o non eseguita dal sottoscritto”

“Il patteggiamento non è un accordo”

In merito alle notizie di un patteggiamento a 18 mesi per il medico legale Francesco Traditi coinvolto nell’inchiesta sulle autopsie fantasma all’Asl 1 imperiese, il medico ha scritto alla redazione de La Riviera per precisare quanto segue

“In merito all’articolo pubblicato in data odierna e riferito alla mia persona sono costretto a precisare quanto segue:
Avete sostenuto di un presunto accordo tra la procura e il medico legale Francesco Traditi indagato per le autopsie fantasma.
Ebbene il patteggiamento non è un accordo fra le parti ma un rito previsto dal vigente codice di procedura penale con il quale la persona rinviata a giudizio può chiedere di avvalersi della possibilità di ridurre la pena di un terzo a fronte dell ammissione di tutte o di parte delle accuse mosse dalle autorità inquirenti.

Nessuna autopsia fantasma è mai stata omessa o non eseguita dal sottoscritto, dal momento che le stesse vengono affidate direttamente dai sostituti procuratori ai consulenti tecnici di loro fiducia e come tale sarebbe quantomeno risibile ipotizzare una non effettuazione di un accertamento irripetibile ed invasivo come un indagine autoptica. Nella mia quasi ventennale attività professionale ho effettuato circa 3200 esami autoptici e stante la delicatezza del ruolo ricoperto non ho mai neanche lontanamente immaginato di non effettuare tale attività.

La foto utilizzata nell’articolo fa parte del mio profilo Facebook e nessuno vi ha autorizzato ad usufruirne.

Il sottoscritto non è un patologo ma un medico specialista in medicina legale.

Per chiarezza e per impedire il perpetuarsi della redazione di notizie false e tendenziose faccio presente che l’indagine a mio carico ha riguardato l’ipotesi di nn aver effettuato le constatazioni di decesso di persone decedute in abitazione o in strutture di cura per cause naturali. Lo scrivente ha ammesso alle autorità inquirenti 14 constatazioni di morte nn effettuate con motivazioni a mio avviso connotate dalla validità, ma tale fatto non ha comunque potuto escludere che nelle fattispecie indicate io in effetti nn abbia effettuato tali accertamenti.

Per tale atteggiamento certamente censurabile per quanto ampiamente giustificabile in un contesto di una situazione lavorativa molto complessa, da un lato ho rassegnato le dimissioni dalla Asl1 imperiese (e nn sono stato licenziato come da voi erroneamente redatto) e salvo decisioni diverse da parte autorità giudicante avrò una condanna di 18 mesi come da voi tempestivamente indicato.

Ritengo pertanto di aver espiato abbondantemente per quello che è successo, e tale fatto è ancora più vero nel momento in cui l’azienda sanitaria per la quale ho lavorato ha ritenuto di tenere un atteggiamento da Santa Inquisizione solo nei confronti del sottoscritto, visto e considerato che tutti gli altri medici e nn coinvolti in questa vicenda con le mie stesse ipotesi accusatorie continuano a svolgere serenamente la loro attività lavorativa.

Dopo più di due anni di articoli sulla mia persona e di mie foto rimediate sul web e pubblicate senza remore, al termine di questa triste vicenda chiedo cortesemente di interrompere questo insolito interessamento nei miei confronti, visto e considerato che da mesi ho lasciato la Liguria e sono tornato nella mia città natale dove sto tentando con una certa difficoltà di ricominciare una esistenza connotata dalla serenità e dalla onestà, quest’ultima si una caratteristica che non ha mai abbandonato la mia persona, nonostante il vostro tentativo di inficiarla con versioni di questa vicenda tutt’altro che precise”

Pubblichiamo con piacere la lettera del dottor Traditi, precisando tuttavia che il patteggiamento è proprio un accordo tra le parti (pubblica accusa e difesa dell’imputato) che infatti la difesa può rifiutare, scegliendo la strada del processo. 

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